L'omicidio domestico da eschilo a oggi:
"agamennone" dell'accademia teatrale veneta
In scena gli allievi-attori dell'Anno di Specializzazione. Per preparare il coro di anziani, previsto dal drammaturgo greco, i protagonisti hanno incontrato gli ospiti della Residenza Zitelle.
Clitemnestra uccide il marito Agamennone al rientro, vincitore, dalla guerra di Troia. Gli anziani, che dapprima si erano rallegrati del ritorno dell'eroe, devono cedere e credere a Cassandra, la profetessa delle sventure: una grande tragedia sta per abbattersi sulla reggia. Dopo due mesi di lavorazione, studio e prove, per gli allievi-attori dell'Anno di Specializzazione dell'Accademia Teatrale Veneta è arrivato il momento del confronto con il pubblico: saranno due le occasioni per vedere il loro "AGAMENNONE", al debutto il 14 e 15 marzo (ore 20.30) al Teatro Junghans e in replica il 16 marzo (ore 17) al Teatrino Groggia di Venezia.
La messa in scena della tragedia di Eschilo è il risultato di un progetto formativo coordinato da Nicoletta Robello, attrice, regista e pedagogo dell'accademia veneziana, con la collaborazione di Ambra D'Amico, insegnante di tecnica vocale e drammaturgia popolare alla scuola Paolo Grassi di Milano. Protagonisti saranno Claudio Colombo, Gioia D'Angelo, Enrico Ferrari, Agata Garbuio, Lorenza Lombardi, Marina Romondia e Nicolò Sordo.
"Ho individuato nel testo una possibilità tematica diventata un'immagine, emotiva e spaziale: l'omicidio domestico - scrive Nicoletta Robello -. Ho immaginato l'intera storia in un ambito molto angusto, una cucina, un tinello: la casa del ritorno dell'eroe non come una reggia ma come un focolare, con Clitemnestra regina del focolare, appunto. In questo modo l'intera storia può essere immaginata non troppo distante da un banale fatto di cronaca nera del nord est, trasportando la vicenda in una contemporaneità popolare".
Per la preparazione del coro di anziani previsto dal testo, gli allievi si sono incontrati con gli ospiti della Residenza Zitelle di Venezia; un'esperienza di scambio e confronto che ha permesso di lavorare "sull'immagine più forte che sento su questo genere di drammaturgia: il coro, appunto - continua Robello -. Interagendo con gli ospiti anziani, gli allievi sono diventati le loro voci e hanno costruito con loro l'immagine di una famiglia/condominio: una sorta di vicinato giudicante, incluso nella cucina, osservante. Un gruppo di famiglia, con giovani, vecchi, animali".
Ambra D'Amico ha lavorato sul coro secondo due linee: drammaturgica e musicale. "La richiesta - conclude Robello - è stata quella che gli allievi trovassero degli appoggi musicali provenienti da una parlata del nord est, arrivando ad adattare il testo a quel genere di suono".
"AGAMENNONE" vede la supervisione ai costumi di Licia Lucchese; Bruno di Venanzio è il responsabile allestimento, mentre Tatjana Motta è assistente al progetto formativo.
L'ingresso alle repliche è gratuito.