Panorama di teatro misero,
forte il musical!
Girando l'occhio sui manifesti, pochi e riproducenti grandi immagini, esposti sui muri degli edifici lungo i marciapiedi, sbirciando giornali e riviste offerte gratis, il panorama teatrale che appare a
Brisbane è un po' desolante: si annuncia un Festival della Commedia, ma guardando le foto promozionali, ci sembra di essere tornati ai tempi del teatro amatoriale, se non di parrocchia; al contrario prevalgono i musical, da I Miserabili, a Il Re Leone, e altri che non conosciamo, che comunque indicano una tendenza, tipicamente americana. Si assiste anche a spettacoli che in Italia sono obsoleti ma comunque importanti e che qui trovano spazio, quali quelli di Bertolt Brecht, come Madre Courage e Il Cerchio magico del Caucaso che è prodotto da una compagnia cinese, diretta da Kate Cherry, regia Wang Xiaoying. Meglio che niente, meglio tardi che mai. Mi dicono che ci sono piccoli teatri che non trovano spazio sul giornale principale, "The Australian", le cui pagine sono talmente grandi che per leggerle devi aprire le braccia di 180 gradi, ma poche in tutto, mentre c'è allegato ogni giorno un inserto sostanzioso dedicato alla Finanza. Poche righe per il teatro, mezza colonnina e questo basta.
Non vi dico sul settimanale distribuito gratuitamente: tre quarti delle pagine, con foto grandi grandi a colori, sono dedicate alla vendita di case lussuose, villette tutte con piscina; si vede che corrono soldi; e poi immagini di cibo, tanto cibo; si vede che si fanno pranzi pantagruelici. Altri soldi che corrono.
Ho l'impressione che qui, come a New York, come a Beijing, come a San José si passa dal riccone al miserabile. Non c'è niente da fare: il capitalismo avanza, avanza e chi non ce la fa soccombe. Allora che serve il teatro in una società che cerca l'opulenza? L'ingrasso?
Invece, è proprio qui che urge fare teatro. Vediamo cosa bolle in pentola.