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Colloquio con Rodrigo Francisco, direttore artistico del Festival di Almada di Rosanna Bocchieri

Joaquim Benite e Rodrigo Francisco Joaquim Benite e Rodrigo Francisco

Reti culturali tra Sicilia e Portogallo per un teatro civile e internazionale.

Alla rete culturale Almada (Lisbona) Portogallo – Sicilia, si è aggiunta la venuta di Rodrigo Francisco, direttore artistico del Festival Internazionale di Teatro di Almada, che ogni anno si concretizza dal 4 luglio al 18 luglio proprio in quella cittadina sull'altra sponda del Fiume Tago da Lisbona.
A lui abbiamo rivolto delle domande sul suo viaggio in Sicilia, visitata per la prima volta, proprio nel sud est della Sicilia, in quel triangolo che vede Catania, Agrigento, Ragusa e Siracusa protagoniste di una storia indelebile, che va dai sicani e siculi fino ad oggi, passando dalla storia greca, romana, araba, catalana, dal barocco al liberty, dalla civiltà greca all'odierna storia.

Come i viaggiatori del Settecento, ti sei avvicinato alla Sicilia. Quali le tue impressioni?
"E' un'isola di contrasti e sono rimasto colpito dalla differenza, dalle diversità tra una provincia ed un'altra in questo lembo di Sicilia, dove si contrastano posti ben organizzati ed altri meno, dove le strade fanno presupporre un problema di infrastrutture nell'isola. Mi ha colpito l'ospitalità della gente sia per le indicazioni, sia nell'accoglienza. La Sicilia esprime cultura, dal festival pirandelliano di Agrigento, agli spettacoli che abbiamo visto alla Cava di Pietra a Modica, fino a Siracusa. Ad Agrigento, ci ha colpito il pubblico attento e partecipe".

Quale sarà la tua prossima produzione?
" 'Verso i cieli' di Horvath, autore austro-ungarico. Un'opera del 1933, una fantasia comica, piena di umorismo con cui Horvath colpiva il nazismo. Una storia di una cantante, che aspettava un'opportunità per entrare in teatro. Protagonisti anche San Pietro e il Diavolo. Un regista, il suo assistente, proprio come me e Benite Joaquim, morto l'anno scorso, cui mi ha legato un vero rapporto artistico (Benite lo voleva mettere in scena con me), lottano con la vita e morte, facendo un patto col Diavolo. L'opera parla del Bene e del Male nella vita. Una grande opera, affascinante e interessante che dice molto agli uomini di oggi.
Vedi, anch'io ho venduto la mia anima al diavolo: ancora giovane, ho dato e do la mia vita al teatro e alla cultura, avendo tralasciato la mia giovinezza"

Che cosa pensi delle reti culturali?
"Se non ci fossero state le reti culturali con Benite Joaquim, Josè Monleòn, Mario Mattia Giorgetti, non ci sarebbero né cultura, né teatro".

Ci puoi anticipare qualcosa del Festival dell'anno prossimo?
"Ci organizziamo con tre anni di anticipo. Abbiamo molti progetti, qualche nome già c'è, ma non voglio ancora dirlo. Avremo l'Italia, la Spagna, la Francia. Quest'anno abbiamo avuto la Slovenia e la Croazia. Sarà presente anche l'America Latina"

Ultima modifica il Giovedì, 29 Agosto 2013 19:56

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