TI LASCERÒ QUI, A MACCHIARE DI ROSSO LA NEVE Monologo di Daria D
Due omicidi, raccontati con spavalderia e folle arroganza da un giovane venuto dall'Est Europa. Un personaggio dostoievskiano, dall'intelligenza non comune ma tarata da una vita di povertà e di stenti, si aggira per le strade di una città benestante del Nord d'Italia, innevata e silenziosa, in cerca di una vittima casuale. E' la storia breve ma intensa, nello spazio di un monologo teatrale, di una lucida follia che dalla rabbia interiore del primo atto, si allenta in una calma quasi divina, o meglio, diabolica, del secondo. Nel primo atto il ragazzo, in compagnia del suo coltello è nascosto dietro un muro, aspettando la sua vittima. La neve e il freddo, la solitudine e la rabbia, ci saranno comunicati dalla recitazione. Nessun elemento scenografico, solo un silenzio irreale e un coltello che appare, a momenti, da sotto la giacca inadatta ad un rigido inverno, cui il ragazzo racconta la sua storia, il suo progetto, la sua follia. Nel secondo atto, il ragazzo è seduto su una panchina, sulla collina che sovrasta la città, le mani rosse di sangue, gli occhi azzurri freddi e intensi, seguono il volo di un falco nel cielo carico di neve. La calma dopo i crimini e ora, l'attesa...
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