CARO BUIO Caro Buio è un Atto Unico, in forma di Monologo, che esplora gli abissi della cecità, il cosmo oscuro di chi non ha mai visto. Proprio per questo Caro Buio prevede che tutto il teatro, sala e palcoscenico, sprofondi nel Buio, in modo da restituire anche al pubblico la dimensione incerta e spiazzante del non poter vedere. Perciò chi recita è solo una voce, La Voce. Caro Buio vi chiede di immergervi in un Buio d'inchiostro, un Buio che incatrami tutto il vostro universo, dentro e fuori di voi. E allora...come scorre il tempo nel Buio? E che ne è dello spazio? Come si modificano le dimensioni del vivere nel Buio? Esploriamo insieme un mondo senza immagini, privo di volti, di sguardi, di espressioni; un mondo privo persino della propria immagine, della propria ombra, della propria identità. Innamorarsi dell'altro senza averlo mai visto. Cosa si prova a partorire e a crescere un figlio senza vederne il blu dell'iride? E cosa è il blu per chi non vede? Cosa sono i colori? E come arrivano i suoni, le parole, la voce di Shakespeare o di Brecht, le note di Mozart, nel Buio? Che ne è della bellezza, nel Buio? Ma Caro Buio desidera sporgersi oltre, affacciarsi sul baratro d'una cecità più complessa e sottile, la cecità dell'anima, il Buio pungente, osceno di chi si rifiuta di vedere l'altro, di chi si chiude, per paura, negando il diverso che è in noi, o quanto da noi è diverso. E allora, lasciamoci accompagnare nel Buio, in questo Buio profetico, in un Buio fertile che svela differenze, dentro quel Buio che unisce, che affratella, un Buio gemello della Luce. |