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l libro “Riscatto” di Federico Bianca è stato presentato presso il Castello Ursino di Catania all'interno della manifestazione "Maggio dei Libri" e all'Etna Comics

I personaggi dei racconti di Bianca – asceti russi, avvocati del malaffare, baristi reduci della Repubblica Sociale, stupratori, preti e gangster, nobili e borghesi di Sicilia – si muovono in una dimensione sociale ed esistenziale dura e verticale, seppur sempre con un possibile riscatto o redenzione della vittima, del colpevole, del ricco o del povero, del connivente o del refrattario. E le donne appaiono come dive di un mondo in bianco e nero, figlie dei lucori di un cinema americano minore o di più “italici” telefoni bianchi. Ma un po’ per tutti, anche per i molti personaggi maschili finiti nelle gore paludose della vita, vale un finale risarcimento – fosse anche la morte – oltre che per un atto o una mancanza commessa, per una sorta di correzione di un peccato che sembrerebbe originale.

La scrittura di Federico Bianca non segnala dei veri e propri “maestri” o numi tutelari – se non forse la lezione Nabokov – eppure si sente, tra le sue pagine, il respiro della grande letteratura internazionale, soprattutto quella americana e inglese con una certa vena vicina alle migliori pagine del realismo. Un respiro filtrato e ripercorso sulla scorta della stagione più importante della cultura pop di fine secolo scorso: dal fumetto a certa giallistica, dal cinema al romanzo gotico. Una grande voracità intellettuale dell’autore che, nella sua cucina letteraria, mescola, così, senza particolari timori reverenziali, ingredienti da nouvelle cuisine a desinari più casalinghi e nostrali. Il linguaggio, sempre pulito e godibile, ne esce giocato in un registro ironico e inquieto non privo di scene madri e pagine dense che, mai abusate, sanno rivelarsi al lettore con precisa puntualità. Insomma, un altro modo per dire che, in casa Bianca, “il colpo di scena è servito”!

Ma perché i racconti di Riscatto a “Etna Comics”? Perché le pagine scritte da Federico Bianca pur respirando la grande letteratura internazionale molto devono, per lo stile, alla stagione più importante della cultura pop della seconda metà del secolo scorso: dal fumetto a certa giallistica al romanzo d’avventura, dal cinema al romanzo gotico ecc. Una grande voracità intellettuale capace di cucinare letterariamente, con grande abilità, e senza timori reverenziali, gli ingredienti della nouvelle cuisine a quelli del fast food. E dunque “Marlowe”, “Dick Tracy” e “Guerra d’Eroi”; “L’Intrepido”, “Il Monello” e “Diabolik”; le suadenti “Storie Viola” e le rose proibite di “Oltretomba”, le nostre visionarie “Twilight Zone” quotidiane. Ma pure i miti della Commedia all’italiana da Sordi a Mastroianni alla Loren, preceduti da quelli che furono i bianco e nero della stagione dei “Telefoni bianchi”; oppure i mirabolanti gialli Mondadori e i cerchi rossi “Urania” di Karel Thole e Fruttero&Lucentini fino alle indimenticabili pagine salgariane del Corsaro nero e di Sandokan della “Malaysia”, come usava chiamarla una volta.  
E tuttavia i personaggi dei racconti di Bianca – asceti russi, avvocati del malaffare, baristi reduci della Repubblica Sociale, stupratori, preti e gangster, nobili e borghesi di Sicilia – non sono per nulla una piatta mimesi mutuata da altra letteratura. Perché il linguaggio sempre pulito e godibile, ironico e inquieto dei personaggi dei suoi racconti, ci fotografa una dimensione sociale ed esistenziale dura e verticale, ma sempre passibile di un riscatto o redenzione della vittima, del colpevole, del ricco o del povero, del connivente o del refrattario. Personaggi tutti finiti nelle gore paludose della vita, ma per i quali vale un finale risarcimento – fosse anche la morte – oltre che per un atto o una mancanza commessa, per una sorta di correzione di un peccato che quasi sembrerebbe originale. Così come è innegabilmente originale lo sguardo letterario dell’autore.

Ultima modifica il Sabato, 11 Febbraio 2023 17:02
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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