Una bella idea: collegare il libro di Angelo Foletto, “Ho piantato tanti alberi. Claudio Abbado. Ritratti recensioni interviste”, edito da Libreria Musicale Italiana, con la mostra di Marco Caselli Nirmal dedicata proprio al maestro a cui è intitolato il teatro della città “Il sorriso di Claudio - Fare musica insieme: Abbado a Ferrara 1990-2013”. Costruire un dialogo tra due eccellenti lavori, un libro, una mostra fotografica, Claudio Abbado al centro, stimatissimi i due autori che si seguono da tempo, il critico musicale, tra i maggiori in Italia, Angelo Foletto, il fotografo di scena Marco Caselli Nirmal, straordinario sguardo per il teatro, questo il progetto, Abbado nel racconto/ricordi e nuovamente visibile nei suoi gesti, tra i musicisti, a teatro, la bacchetta alzata. Ma, leggendo le pagine di Angelo Foletto, coinvolgenti per competenza e passione, una bella scrittura, lieve e profonda, ecco che si scopre come la conoscenza, il confronto tra indagine critica e immagini, abbia già avuto luogo.
Marco Caselli Nirmal - 3 aprile 2006. Mahler Chamber Orchestra.
Claudio Abbado direttore, Natalia Gutman violoncello.
Foletto nomina nel suo libro una prima volta Marco Caselli Nirmal lì dove racconta dell’amicizia tra Abbado e Pollini, un sodalizio intellettuale ricco di sfumature, di fratellanza e stima di oltre mezzo secolo - e il fotografo riesce a raccontare questo senso d’intesa, “in un angolo, quasi in quinta Claudio Abbado e Maurizio Pollini chiacchieravano fitto. Come giovani vecchi amici…e se la ridevano anche”. E “Il sorriso di Claudio” è il titolo della bella mostra di Ferrara, presso la Rotonda Foschini del Teatro Comunale, venticinque scatti tutti realizzati in quella stessa città da Marco Caselli Nirmal capace di catturare sorprendentemente insieme l’uomo e la musica, l’artista e il gesto che guidava le note. Due le foto del 1990, con la Chamber Orchestra of Europe e Roberto Benigni narratore, un incanto l’immagine montata nello scalone che porta al Ridotto: ha le braccia aperte Claudio Abbado, come in volo, trasportato dalla sua stessa musica, il volto ispirato, un sorriso che pare, insieme al gesto, sollevare, trasportare con sé, in territori altri, tutta l’orchestra - e forse anche il pubblico.
Marco Caselli Nirmal - 30 novembre 2006. Orchestra Mozart Claudio Abbado direttore
Lorenza Borrani violino, Giuliano Carmignola violino, Danusha Waskiewicz viola
E nel capitolo “Caro Claudio, cartolina illustrata” Angelo Foletto riflette proprio sul potere comunicativo delle immagini avendo tra le mani il regalo fatto al maestro in occasione del suo ottantesimo compleanno, un album fotografico che “si apre con un’immagine che sintetizza a perfezione il lavoro direttoriale di Claudio, e si chiude zoomando sui fiori che ammiccano dal palcoscenico del Comunale di Ferrara. Entrambe si devono alla rapidità di scatto di Marco (Caselli Nirmal), altro storico amico-fotografo”, di grande efficacia poi le descrizioni, con la prima fotografia che si può leggere come un quadro, potendo “cogliere, dietro gesti e proporzioni, i colori e i profili, l’anima, il corpo e il mondo del soggetto”. Angelo Foletto spiega come Abbado abbia rifondato il senso della direzione, sapendo spiegare e ascoltare. Ternando anche al riso. Sempre sfogliando quell’album ormai solo di ricordi: “Due comportamenti si ripetono. Claudio ride (o fa ridere), e ascolta…Le fotografie non smettono di parlare fra loro e di parlarci…Voci e musica sono appena sotto la superficie di stampa”.
Marco Caselli Nirmal - 31 maggio 2001. Mahler Chamber Orchestra
Claudio Abbado direttore, Cecilia Bartoli mezzosoprano
Athestis Chorus, Filippo Maria Bressan maestro del coro
La manica arrotolata, il braccio disteso, il dito puntato, la bacchetta piegata, appena un cenno di profilo: Abbado è con l’Orchestra Mozart, 2006; la bacchetta vibra, non è più solo una linea, con la Wiener Philharmoniker, 1992; il sorriso è pieno, luminoso nello scatto del 2006 con la Mahler Chamber Orchestra: si avverte nel lavoro di Marco Caselli Nirmal una speciale sensibilità per la musica, le proporzioni, l’intensità comunicativa. Quella “passione irresistibile” che Alessandro Baricco riconosce ad Angelo Foletto nella prefazione del libro sembra proprio anche di Marco Caselli Nirmal: speciale il potere di fascinazione di Claudio Abbado. “Ritratti, recensioni, interviste”: questo il sottotitolo di “Ho piantato tanti alberi”, all’interno, anche qui, alcune foto. Importanti gli infiniti legami, rispecchiamenti: il volume si chiude con l’intervista che Maria Vittoria Arpaia ha fatto ad Angelo Foletto per la pubblicazione “Claudio Abbado. L’impegno sociale e l’attività culturale”, 2016. Qui il critico racconta anche di sé all’incontro con il maestro, della sua esperienza nel seguire i concerti per i lavoratori e la grande attività propedeutica fatta da Abbado con i solisti della Scala.
Ritorna spesso il tema dell’impegno, insieme sociale, politico e musicale come un tutt’uno. Nella prima parte, “Ritratti”, gli articoli di Angelo Foletto non sono posti in ordine cronologico, anche se il primo, un’intervista, “Un protagonista del nostro tempo”, è anche il primo come data, 1981. Molto interessante su molti argomenti, anche organizzativi per i teatri italiani, i conservatori, la musica contemporanea, l’impegno considerato da Abbado “una cosa naturale, obbligatoria…Di tutto quello che ho fatto in passato è rimasto un pubblico nuovo e una serie di iniziative oggi istituzionalizzate”. Essenziale lo sguardo internazionale, il confronto, a tutti i livelli, con le attività che si svolgono in altri paesi europei, e non solo. E’ dell’’89 un’altra intervista. Tutto si muove, si trasforma. Anche il repertorio. Ormai conquistato ciò che era avanguardia nel dopoguerra, “importante è non fermarsi, non perdere l’entusiasmo nel far musica insieme. Qualunque sia”.
Marco Caselli Nirmal- 30 marzo 2007. Mahler Chamber Orchestra
Claudio Abbado direttore, Kolja Blacher violino, Martha Argerich pianoforte
E’ la descrizione di un’immagine ad aprire “Un racconto biografico”, 2003, l’applauso di mezz’ora degli spettatori berlinesi come saluto al maestro dopo tredici anni di costante frequentazione, così nel ricordo del direttore del Berliner Festspiele: “Una star, un profeta, un dominatore?…l’espressione non è quella di un trionfatore, piuttosto quello di un eremita caduto dal suo mondo…”. Qui viene riportata la frase di Leonard Bernstein che aveva (pre)detto ad Abbado “hai gli occhi per essere direttore”. Ma in questa prima parte del libro di Angelo Foletto c’è anche un capitolo scritto alla sua morte, “Apparve come un’onda”, 2014, colmo di memorie, citate in chiusura le parole di Renzo Piano alla commemorazione in Senato per l’amico, ricordando quel tempo in cui fare musica (o architettura) “non era separato dalla società, dalla militanza, dalla passione, dall’idea impossibile di cambiare il mondo con la musica”.
Marco Caselli Nirmal - 19 febbraio 2003. Mahler Chamber Orchestra
Claudio Abbado direttore, Alexander Lonquich pianoforte, Viviane Hagner violino, Mario Brunello violoncello
Per guardare infine ancora le fotografie di Marco Caselli Nirmal, Abbado con Pavarotti, l’Orchestra Mozart, Martha Argerich… tornando quindi al maestro solo, la bacchetta in mano. Il fotografo di Ferrara in un’intervista spiega come sia stato lieto di avere il sorriso del maestro come guida, una condizione di ascolto e gentilezza che corrisponde al suo lavoro. Vero.
Valeria Ottolenghi
Angelo Foletto, “Ho piantato tanti alberi. Claudio Abbado. Ritratti recensioni interviste”, edito da Libreria Musicale Italiana, Euro 30
Marco Caselli Nirmal, “Il sorriso di Claudio. Fare musica insieme: Abbado a Ferrara”, mostra fotografica, Rotonda Foschini, Teatro Comunale, Ferrara, fino al 15 aprile 2024