Anteprima di “Hanjo”
di Yukio Mishima
al Centro Teatro Attivo
Regia Mattia S. Giorgetti
Un evento da non perdere
Il Centro Teatro Attivo, con sede a Milano, è una Scuola di Teatro a cui partecipano molti giovani in avviamento all’Arte Scenica.
Più che di Attori da immettere nel mercato dei professionisti forma giovani che nella pratica teatrale arricchiscano la propria personalità e scoprono i linguaggi del teatro sulla propria pelle.
Detto ciò, il Centro Teatro Attivo sperimenta anche delle messe in scena nella speranza di essere accolto in seno a Festival europei. È il caso di questa anteprima a cui sono stato invitato: si tratta di “Hanjo”, un testo scritto nel 1955 da Yukio Mishima, autore prolifico giapponese e che ora viene messo in scena da Mattia Sebastiano Giorgetti, che vede in scena la presenza di due attrici e un attore.
La trama narra la storia di una donna che attende il ritorno dell’uomo che ama, stando seduta su una panchina di una stazione ferroviaria. Accanto a lei c’è un’amica, di natura diversa, che non è stata mai amata, che cerca di convincere l’amica a fuggire con lei, per vivere in amore e libertà.
È chiaro che Mishima, anche lui un diverso, racconta questa storia in chiave metaforica.
Ma dentro c’è dell’autobiografico.
Bene ha fatto il regista Giorgetti a svolgere l’atto unico in una armonia di linguaggi anti naturalistici: gestualità che si rifà al metodo Suzuki, di cui Giorgetti è un estimatore ed è stato allievo, in cui il corpo partecipa nella sua totale risultante, il cui punto di partenza è il proprio io: suono, gesto, azione sono un corpo unico che fa teatro, con tempi dilatati, antinaturalistici.
In una scena minimale, un tappeto bianco di quattro metri al quadrato, un vero ring, una finestra sullo sfondo, un cubo simbolo di ricchezza, vive per 50 minuti questa allegoria sul tema dell’attesa, dell’amore “che non ha schemi, libero di vivere in qualsiasi forma ”, che Giorgetti ha integrato con interventi musicali di vario genere che si fanno dialogo, con una recitazione tutta tesa verso uno spazio infinito, in cui gli sguardi si fanno schermo d’immagini del racconto.
L’evento si apre con l’entrata di Minotauro che partorisce lei, Elisa Bruschi, in abito elementare rosso, con gambe in “make up” a cura di Elena Tagliapietra, attenderà inutilmente il suo Hanjo (Alessandro Miano), mentre Anna Germani, in abito bianco, monologa sulla sua condizione di vita.
Tre giovani artisti che meritano di essere conosciuti, insieme a Giorgetti, come da conoscere è l’opera di Mishima, che, per chi non lo sapesse, all’età di 55 anni, ha fatto karakiri sbudellandosi in presenza del pubblico.
Ci piace riportare una frase scritta da Mishima, la cui attualità è sorprendente.
“I giovani, oggi, non hanno alle spalle un passato tragico; ma vivono un presente faticoso e tormentatore si proietta su un futuro incerto e precario. Non devono tirare le fila di un passato doloroso per dargli un senso, ma si interrogano sulla loro identità nel presente e sul futuro che gli aspetta”.
Hanjo
di Yukon Mishima
Una creazione di Mattia Sebastiano Giorgetti
con Anna Germani, Elisa Bruschi, Alessandro Maiano
make up Elena Tagliapietra