Non soltanto l'opportunità di assistere ad uno spettacolo vibrante e appassionato, ma anche il regalo di una visita a un sito di grande rilevanza storica che spesso (come accade per molti altri luoghi e tesori della città) si dà per scontato.
Ecco "Viaggio tra genio e follia nella mente di Edgar Allan Poe", andato in scena domenica 24 luglio nella suggestiva Galleria Borbonica di Napoli. Questo luogo affascinante fa parte del circuito della Napoli Sotterranea e (capolavoro dell'ingegneria civile borbonica) nasce come enorme cisterna nel seicento: durante la seconda guerra mondiale, però, diventa ricovero per la popolazione dai bombardamenti. Lì intere famiglie trovano scampo a una morte certa e si riparano nell'attesa che fuori torni la calma. Negli anni novanta il duro e appassionato lavoro di recupero da parte di un gruppo di volontari-tecnici del sottosuolo restituisce dignità a questo sito, permettendo ai cittadini di conoscerlo e amarlo (come parte integrante di un patrimonio storico collettivo) e aprendolo ad importanti iniziative culturali.
Come quella dell'Associazione Il Demiurgo, specializzata in rappresentazioni teatrali all'interno di luoghi che raccontano la storia del Paese. Scritto e diretto da Francescoantonio Nappi (che è anche protagonista nel ruolo di Poe), "Viaggio tra genio e follia nella mente di Edgar Allan Poe" è una confessione a cuore aperto: un viaggio introspettivo, un diario disperato e soprattutto emozionante, che si apre al pubblico lasciando volare pagine fitte, cariche di tormenti e battiti. Edgar Allan Poe - lo scrittore statunitense pietra miliare del genere poliziesco, ma anche del giallo psicologico e della letteratura dell'orrore -: la sua dipendenza dall'alcol, il suo precario equilibrio mentale ed emotivo, i fantasmi del passato che fino alla fine gli tolgono il fiato. Il letterato al centro di accesi scontri (come quello con il critico e saggista Rufus Wilmot Griswold, interpretato da Nello Provenzano), ma soprattutto l'uomo in balia delle proprie ossessioni e smanie. L'infelice, che muore solo su una panchina pronunciando un nome cui nessuno saprà mai dare significato: Reynolds.
Ecco che il drammaturgo Nappi di questo Reynolds fa l'unico personaggio positivo (interpretato da un intenso Daniele Acerra) della pièce: la voce della coscienza, l'ultimo barlume di lucidità che si sforzerà di accompagnare Poe evitandogli una fine tragica, ma dovrà arrendersi al suo inevitabile destino.
Gli attori precedono il pubblico, avanzando attraverso i cunicoli e gli antri sotterranei della Galleria Borbonica, che sono poi gli stessi della coscienza e della mente di Poe. Un luogo oscuro, ma affascinante, popolato da fantasmi come la prima amatissima moglie Virginia (morta di tubercolosi), o l'ultima fiamma Sara. Le due donne, Claudia Balsamo, nella parte di Virginia; Francesca Borriero, che invece è Sarah, insieme all'antagonista Griswold, non fanno che accusare lo scrittore di essere un folle, oltre che un mediocre: è chiaro che dietro alle loro voci assillanti si nascondono le manie di persecuzione di Poe, spietato carnefice di se stesso.
Lo spettacolo "Viaggio tra genio e follia nella mente di Edgard Allan Poe" è prodotto, in collaborazione con "Il Demiurgo", da "Nevermore: genio, orrore e follia", la compagnia teatrale fondata da Francescoantonio Nappi, con l'obiettivo di «raccontare, attraverso il teatro, storie a tinte forti e fosche, incentrate sulla follia, il genio e l'orrore». Prossime date 30 e 31 Luglio nel parco di Villa d'Ayala a Valva (Salerno).
Giovanni Luca Montanino