Napoli Teatro Festival 2018
Baryshnikov, da attore-danzatore,
trionfa monologando coi versi di Brodskij
Chi ha seguito nel corso del secolo scorso e nei primi passi del nuovo l'arte della danza, sicuramente, ha amato, ammirato, acclamato la presenza di Mikhail Baryshnikov, ballerino di straordinaria bravura d'interprete, tanto da essere assurto al mondo dei divi che fanno la storia.
Bene. Questo artista, ora, che è giunto all'età in cui molti si ritirano nell'oblio, ha voluto dimostrare le sue capacità d'interprete, collegando il suo nome a quello del poeta russo, come lui, Joseph Brodskij, premio Nobel per la Letteratura; poeta dalla vita sofferta, travagliata; perseguitato, arrestato, internato in ospedali psichiatrici, per la sua visione del mondo in opposizione alla dittatura Sovietica di allora; poi liberato e come transfuga approdato a New York, ama definirsi "io sono ebreo, poeta russo e cittadino statunitense".
Ecco, grazie a Baryshnikov, ci possiamo avvicinare all'universo di questo poeta che ha cantato i valori della vita: sentimenti d'amore, sofferenze individuali, sogni, torture psicologiche, desideri di una esistenza bella da vivere; ora, grazie alla sua sensibilità di attore-danzatore, alla sua generosità di artista a tutto campo, è sconfinato nel mondo della poesia da rendere palpabile sul palcoscenico.
In questo spettacolo, che si alterna tra momenti monologanti dal vivo, a momenti registrati della memoria, il Personaggio passa attraverso un luogo simbolico, una sorta di stanza, luogo di partenza e di arrivo, spazio, appunto, della mente, per offrirci questo spaccato ultimo di vita, di vecchiaia, a cui nessun può fuggire, dividendosi tra recitato e pantomime accennate, azioni semplici, a sguardi penetranti, a soliloqui interiori, esibendosi nella sua lingua madre, Baryshnikov, con voce calda e avvolgente, è accompagnato da versi, soprattitolati, sopra di lui, proiettati sulla parte ultima di questa gabbia-stanza: versi tradotti in lingua italiana che certamente non hanno reso ciò che il poeta ha espresso nella sua lingua madre, tanto da apparire criptici, indecifrabili, che, sicuramente, molti degli spettatori hanno preferito abbandonare per non vivere in una dimensione dualistica tra entrare in rapporto sentito, sincero, vissuto con l'interprete e seguire il pensiero poetico di Brodskij.
Baryshnikov entra, in profondo silenzio, nella stanza della memoria, con una piccola valigia in mano, osserva attentamente ogni dettaglio: i vetri, una bianca sedia, lo spazio che lo circonda, per poi uscire in primo piano, davanti al pubblico, a sedersi su una panchina. Aprirà la sua piccola valigia e mostrerà il suo mondo: una bottiglietta di alcol da bere ogni tanto, alcuni libretti, utili da sfogliare per leggere frammenti di ricordi, considerazioni, una sveglia che segnerà il tempo della performance, un asciugamano per detergere la crema che si scorpargerà su gambe, braccia, petto, accompagnato da un alternarsi di giochi di luci, di strani cortocircuiti su un pannello elettrico, da un registratore che parte in maniera indipendente per farsi voce; tutti elementi che il bravo regista Alvis Hermanis, gli ha messo a disposizione per questo viaggio nei ricordi.
Poi, riposti nella valigia i suoi strumenti di vita, Baryshnikov, nel Personaggio del poeta solitario, se ne riparte, e il pubblico, preso dal suo intimo agire, scatta in un boato di applausi. Interminabili.
Una considerazione: perché i nostri grandi ballerini del passato, o le grandi ballerine, non si sono cimentate nell'arte della narrazione teatrale, affidando alla propria voce il linguaggio del corpo, tanto esibito nel tempo? Come ci ha mostrato Baryshnikov?
Mario Mattia Giorgetti
BRODSKY/BARYSHNIKOV
Regista – Alvis Hermanis
Attore – Mikhail Baryshnikov
Scenografo – Kristīne Jurjāne
Light designer – Gleb Filshtinsky
Suono – Oļegs Novikovs
Luci – Lauris Johansons
Video – Ineta Sipunova
Effetti pirotecnici disegnati da International Fireworks Design
Manager di palcoscenico – Linda Zaharova
Macchinisti/Sopratitoli – Andris Skotelis, Kārlis Staņa
Tour manager – Elīna Adamaite
Realizzazione tessuti – Deanna Berg MacLean
Musica – Jim Wilson "God's Chorus of Crickets", Kārlis Tone
Recitato in russo con sopratitoli in italiano
Traduzione in italiano dei sopratitoli – Matteo Campagnoli
BRODSKY/BARYSHNIKOV ha debuttato il 15 ottobre 2015 al New Riga Theatre di Riga, Lettonia
Coproduzione – New Riga Theatre e Baryshnikov Productions
Direzione generale – Baryshnikov Productions, Huong Hoang
Le date di Napoli, Firenze e Venezia della performance sono realizzate grazie al sostegno di Emanuela Barilla. La tournée italiana è organizzata da Antonio Gnecchi Ruscone
L'allestimento di BRODSKY/BARYSHNIKOV è stato incluso in "arts programme TÊTE-À-TÊTE 2015" di Boris e Ināra Teterev
Basato sulle poesie di Joseph Brodsky
Copyright © 2015, The Estate of Joseph Brodsky
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