Di Concetta e le sue donne
dal romanzo di Maria Attanasio
Drammaturgia e regia di Nicoleugenia Prezzavento
Interpreti: Rita Salonia e la musicista Simona De Gregorio
Produzione: Nave Argo di Caltagirone
2° Cortile Teatro Festival di Messina diretto da Roberto Bonaventura in collaborazione con Giuseppe Giamboi
Cortile del palazzo Calapaj-D'Alcontres di Messina 16 luglio 2018
Sono tanti i motivi per cui mi sento di scrivere su Maria Attanasio e sul suo romanzo d'una ventina d'anni fa titolato Di Concetta e le sue donne diventato in epoca recente una pièce teatrale grazie a Nicoleugenia Prezzavento che ha curato drammaturgia e regia e all'Associazione Culturale "Nave Argo" di Caltagirone diretta dal 1994 da Fabio Navarra che ha prodotto lo spettacolo. In primis perché è nata a Caltagirone, nello stesso anno e nello stesso luogo di chi sta scrivendo. Poi perché l'ho conosciuta alla presentazione del suo libro Il falsario di Caltagirone, storia acrobatica di Paolo Ciulla, personaggio eccentrico realmente vissuto e morto nel 1931 nell'Albergo dei Poveri Invalidi, passando per la rivoluzione, l'arte, il manicomio e la galera. Infine perché, come me, è stata una militante comunista, lei a Caltagirone io a Messina. Argomento non di poco conto quest'ultimo perché la sua Concetta è al centro del romanzo e dunque dello spettacolo teatrale, andato in scena all'interno del fascinoso cortile settecentesco Calapaj-D'Alcontres situato nel breve tratto di Strada San Giacomo di lato al Duomo e che segna il secondo anno di vita de Il Cortile- Teatro Festival diretto da Roberto Bonaventura in collaborazione con Giuseppe Giamboi, artista prestato alla ristorazione del locale 'A Cucchiara, sito accanto al Cortile, che abbina al biglietto d'entrata specialità gastronomiche siciliane che si consumeranno prima e dopo l'evento teatrale. Sul piccolo palcoscenico c'è la cantautrice catanese Simona De Gregorio, che deve avere amato molto Rosanna Balistreri, alle prese con vari strumenti musicali (tammora, chitarra, fisarmonica, flauto, marranzano....) che utilizza a seconda di come si colora il racconto che ne fa Rita Salonia, di nero vestita quest'ultima, con un fazzolettone rosso che le avvolge il collo, nei panni di Concetta La Ferla, anima popolare di donna che sin da ragazzina non gradisce le ingiustizie e i soprusi, vissuta in un paese conservatore come Caltagirone che ha avuto in Don Sturzo il creatore del Partito Popolare sui cui princìpi s'impianterà la vera anima della Democrazia Cristiana di De Gasperisi Moro, Fanfani, Andreotti e via-scudo-crociando, senza dimenticare personalità politiche del territorio calatino che rispondono ai nomi di Mario Scelba, che fu un "severo" ministro dell'Interno e di Mario Milazzo cui si deve, da vero prestigiatore, la formazione d'un governo regionale con fascisti e comunisti. La Salonia con voce chiara, netta, senza infingimenti e senza far distrarre il pubblico, sventolando in alcuni momenti una bandiera rossa, racconta della sua umile famiglia, del suo compagno conosciuto in una sezione del PCI che diventerà suo marito, le tante lotte affrontate assieme ad un nutrito nugolo di donne che l'hanno seguita laicamente nelle sue battaglie civili, per ottenere l'acqua ogni giorno in tutte le case della città e fare in modo che gli uffici postali funzionassero seriamente. La passione per la politica l'ha portata pure ad essere eletta, cosa non facile per una donna, ad essere consigliere comunale del suo partito. Ma la cosa che l'ha messa in evidenza sul piano nazionale, è stata quella di fondare, caso unico in Italia, una sezione comunista per sole donne, che voleva provocatoriamente intestarla a Rosa Luxemburg, accontentandosi poi del banale nome di Lenin, col bene placido di un dirigente del Comitato Centrale del partito che è dovuto scendere in Sicilia per verificare la possibile realizzazione. Altri tempi, certamente non lontani, che dalla Svolta della Bolognina del 1989 (anno della caduta del muro di Berlino) con Occhetto segretario, il partito ha cominciato a perdere i suoi rami, trasformandosi da PCI in PDS poi DS infine in PD, perdendo i suoi connotati di partito di lotta, pensando solo a diventare un partito di governo, con risultati a dir poco deludenti sotto agli occhi di tutti. La sinistra riuscirà a ricompattarsi e diventare più forte e unita? Chi vivrà vedrà.
Gigi Giacobbe