Stay hungry
Indagine di un affamato
di e con Angelo Campolo
Ideazione scenica di Giulia Drogo
Assistente alla regia: Antonio Previti
Segreteria: Mariagrazia Coco
Produzione: Compagnia DAF Teatro dell’esatta fantasia
Vincitore del premio In-Box 20
4° Cortile Teatro Festival di Messina 2020 diretto da Roberto Bonaventura e Peppe Giamboi
Palazzo Calapaj-D’Alcontres di Messina 30 luglio 2020
Se a Salvini le pupille degli occhi gli diventano rosse quando vede un nero, le iridi di Angelo Campolo (attore-regista di Messina formatosi alla Scuola del Piccolo di Milano e finalista Premio Ubu 2016 come migliore attore under-35) si colorano d’azzurro, tendendo al sorriso, alla solidarietà, all’accoglienza. E se tra il luglio e l’agosto del 2019 Salvini (a quel tempo ministro degli Interni), vietò che 130 migranti a bordo dell’imbarcazione Gregoretti e 164 della nave Open Arms sbarcassero nel porto di Catania con conseguente richiesta di autorizzazione a procedere nei suoi confronti presentata dai Tribunali di Catania e Palermo (proprio in questi giorni si sta discutendo in quale veste dovrà essere giudicato), in modo diverso agì cinque anni fa Angelo Campolo quando, si trovò davanti una ventina di migranti del Mali under 30, giunti a Messina dopo varie peripezie, ospitati poi nel locale Centro “Ahmed”. A quel tempo Campolo stava provando nella Sala Laudamo Teorema di Pier Paolo Pasolini, nel 40° anniversario della sua morte, inserito in un progetto teatrale della Compagnia DAF, in collaborazione con il Teatro Vittorio Emanuele. E cosa fa Campolo? Invece di cacciarli, inserisce cinque di loro in quello spettacolo titolato Vento da Sud Est (la recensione pubblicata l’8 nov. 2015 la potete trovare su questa rivista cliccando Sipario.it) riscuotendo un notevole successo. Mi sembra giusto altresì ricordare come nel 2016, un altro teatrante d’origine pugliese, Mario Perrotta, abbia messo in scena in varie location del Salento uno spettacolo monstre di tre giorni, titolato Verso terra. A chi viene dal mare, con dei veri migranti di varie nazionalità africane, molti alla loro prima esperienza.
Dopo Vento da Sud Est e con le esperienze maturate con quei giovani del Mali, Campolo scrive un testo, sotto forma di monologo autobiografico, Stay Hungry - letteralmente “sii affamato”- (vincitore pure del Premio In-Box 2020) per lasciare un segno indelebile d’una esperienza durata tre anni (dal 2015 al 2018), che certamente lo ha fortificato e rigenerato, fotografando un’Italia malata che prima accoglie e poi rifiuta i migranti, vanificando i sogni di migliaia di essere umani che cercano solo di vivere e d’integrarsi in un luogo diverso da quello d’origine, spesso reso invivibile per guerre, malattie, carestie, torture, criminalità e disagi d’ogni tipo. Lo spettacolo, che è un inno d’amore al teatro e alle tante sofferenze di chi lo fa, è una sorta di Odissea vissuta da teatranti e migranti, il cui gioco teatrale diventa un talismano per affrontare meglio il presente e la vita futura. L’impianto scenico di Giulia Drogo nel Cortile del Palazzo Calapaj-D’Alcontres con gli spettatori distanziati e con mascherina secondo le disposizioni sul Covid-19, è molto spartano: solo una sedia e un tavolo di lato con sopra un PC e un microfono e centralmente uno schermo su cui proiettare alcune slide a cominciare dal “Bando Europeo di integrazione sociale”, in cui si legge che si mettono a disposizione 3,5 milioni di euro per progetti di inclusione sociale realizzati nei territori del Mezzogiorno lontani dai servizi essenziali. Belle intenzioni che sono rimaste tali, che danno tuttavia a Campolo l’opportunità di fare risaltare solipsisticamente in modo incisivo con la sua bella voce i paradossi che si riscontrano nei nostri ordinamenti legislativi in fatto di migrazione, ascrivibile ad un mondo di sogni, che vede di fronte politici italiani ed europei spesso in disaccordo tra loro e tante migliaia di figure dalla pelle nera senza nome, il cui peccato è quello di scappare dalle loro case con qualsiasi mezzo a costo della propria vita. È stato Steve Jobs a parlare di Stay Hungry, cui faceva seguito Stay foolish (“sii pazzo”) : frase estrapolata da un discorso tenuto nel 2005 nell’Università privata di Stanford in California durante una cerimonia di laurea, in cui il fondatore della Apple esortava i giovani a non perdere la curiosità, l'ambizione di cambiare il mondo con un pizzico di sana follia. A fine spettacolo ho chiesto a Campolo che fine avessero fatto quei giovani del Mali e lui mi risposto che alcuni sono andati al Nord, altri sono rimasti a Messina, lavorando in alcune pizzerie e ristoranti, trovando pure delle compagne del luogo con cui si sono fidanzati.
Gigi Giacobbe