GRAN GALA’ CLASSICO. DI QUELL'AMOR CH'È PALPITO
a cura di Massimiliano Volpini
con Luciana Savignano, Alessio Carbone
e con, dal Teatro alla Scala, Nicoletta Manni, Timofej Andrijashenko, Claudio Coviello, Vittoria Valerio
prima nazionale - produzione Operaestate Festival Veneto
Bassano Teatro al Castello Tito Gobbi, 28 luglio 2020
Un’ ideale rassegna antologica della coreografia in Italia, un passaggio di testimone tra maestri e nuove generazioni.
Serata di Gran Galà di danza al Teatro al Castello di Bassano nell'ambito di Opera Estate Festival. Titolo accattivante Di quell'Amor ch'è palpito, scelto da Massimiliano Volpini, ideatore della serata, per uno spettacolo inteso come un viaggio stilistico e sentimentale dedicato alle mille facce dell'Amore (e della danza): quello che si manifesta attraverso un palpito, un sentimento che fa vivere in una favola o che si scioglie in tragedia. Nelle scelte il curatore è stato coadiuvato dalla guest star dell’evento, già protagonista di molte serate di danza al festival, Luciana Savignano che ha amplificato, con il suo carisma di storica testimone della danza, il senso della serata. Protagonisti tanti giovani interpreti di primo piano come Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko del Teatro alla Scala, il pluripremiato Philippe Kratz in scena con la collega di Aterballetto Ivana Mastroviti, Alessio Carbone già premier danseur dell'Opéra di Parigi, oltre ai giovani ballerini Emanuele Chiesa, Claudio Coviello, Letizia Galloni, Gioacchino Starace e Vittoria Valerio. Sono state 8 le coreografie presentate tra ballo classico e danza contemporanea, brevi ma esaustive dello stato attuale della danza in Italia attraverso diversi stili di scuola e interpretazioni. Non è mancato l'omaggio al balletto accademico con Il Corsaro, coreografia storica di Marius Petipa (Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko) ispirato al celebre poema di Byron, essenziale ed equilibrato, opposto a quello profondamente tragico di Giselle, di Adam, coreografia di Jean Coralli (Claudio Coviello e Vittoria Valerio) nel perfetto assolo a due dal secondo atto. La selezione di brani di coreografi contemporanei ci presenta l'amore che diventa complessità e oggetto di una indagine introspettiva. Mauro Bigonzetti svela un amore fatto di sensualità e disperazione in un intenso passo a due Caravaggio, su musiche di Monteverdi, (nuovamente in scena Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko) con l'essenzialità del gesto neoclassico, mentre il francese Benjamin Millepied (Letizia Galloni con Alessio Carbone dall'Opera di Parigi) con Together alone su musica di Phil Glass e Massimiliano Volpini, Se tu non parli, con Vittoria Valerio e Claudio Coviello (musiche di Arvo Part) scelgono un passo a due narrativo e sensuale. La giovane coreografa Maria Grazia Minopoli esplora invece i temi dell'identità e della scoperta in What I am, passo a due tutto al maschile (Emanuele Chiesa e Gioacchino Starace) in cui l'amore è contrastato e coinvolgente, reso da una rievocazione della plasticità della lotta a corpo a corpo immaginato nelle raffigurazioni della classicità antica. Nasce da una riflessione sulla prima interazione tra robot il passo a due, flessuono e ritmico, O, creato da Philippe Kratz, danzatore di Aterballetto in scena con la collega di Aterballetto Ivana Mastroviti; premiato ad Hannover. Attesa era tutta per Senza Paura, nuova creazione di Massimiliano Volpini per Luciana Savignano ed Emanuele Chiesa, creata in residenza artistica a Bassano, omaggio alla protagonista della danza italiana che sa ancora stupire con la sua capacità di esprimersi con l'eleganza di un corpo esile e sinuoso in una coreografia che sa di tradizione nella modernità della danza contemporanea nei passi e nei gesti in un ideale passaggio di testimone tra maestri e nuovi protagonisti della coreografia italiana.
Federica Fanizza