TIPI
Testi originali e regia di Roberto Ciufoli
con Roberto Ciufoli
Disegno luci ed elaborazioni sonore David Barittoni
Regia Roberto Ciufoli
Organizzazione ATS, Argot Teatro Studio, La Piccionaia Centro di Produzione Teatrale, Associazione Teatris
Evento conclusivo della rassegna “Commedia Castellana”
Marostica (Vicenza), Giardino della Chiesa di San Vito, 6 agosto 2020
Certo, se questi tipi che si vedono siamo noi, si può dire che siamo fritti, o alla frutta. E infatti, siamo noi veramente, lo si intuisce dalle riconoscibili sfumature che ogni personaggio mette in mostra di sé, portate sul palco da quel bravo attore che è Roberto Ciufoli. Dopo una breve introduzione che richiama la ricerca di una nuova normalità che dichiara che (forse) lo spettacolo si è ripreso, con il ritorno degli spettacoli dal vivo seppur contingentati e con il dovuto distanziamento tra spettatori, “Tipi” entra nei dettagli e scava all’interno delle nostre debolezze e dei nostri sistemi maniacali. L’occasione è propizia per parlare dell’universale linguaggio del corpo, che segnala la persona come ben poche cose, forse anche di più dei discorsi fatti. Il mistero del linguaggio del corpo parte da molto lontano, e rende di più quando a farlo siamo noi italiani, da sempre all’avanguardia su questo fronte. Roberto Ciufoli, da interprete attento ai suoi simili, scrive un testo comico – antropologico, come da sottotitolo dello spettacolo, che raggiunge in pieno il suo obiettivo, ovvero mettere a nudo le diverse caratteristiche dei diversi tipi di persona che ogni giorno si incontrano, e che tutti noi conosciamo bene. Partiamo con lo sportivo, il fissato della forma, al quale poco dopo si contrappone il pigro, quasi imbranato o comunque solo pigro, lento rappresentante di una vita che invece va alla marcia opposto, ma che non viene minimamente scalfito da essa. Nei testi si notano arguti esempi di scrittura, a dimostrare che Ciufoli non è solo un attore comico che sa benissimo il fatto suo, ma che si è affinato anche con la stesura di battute su testi dove è stato ben imparata la costruzione, segno anche questo di qualità dell’interprete – autore, che così diventa completo. Anzi, mancherebbe anche un’altra cosa, dove Ciufoli infatti non si fa trovare impreparato, che è quella “buttata dentro” il testo comico a tratti, cioè la recitazione drammatica, impostata, quasi shakesperiana verrebbe da dire, che il nostro affronta con grande professionismo rendendo un vero omaggio all’arte dell’attore. La listi dei tipi continua con il fluido, l’ubriaco, pieno di spirito, il social, convinto che su Facebook o simili tutto sia permesso, per passare all’eroe, a Ulisse “che va a Troia”, o a Superman e la sua difficoltà di cambiarsi dentro una cabina telefonica (anche per la sparizione ai giorni nostri delle stesse…), o a Batman e Diabolik, dove Eva Kant si ispira a una frase in dialetto pugliese per il proprio nome. L’attore romano costruisce i suoi personaggi con grande rispetto per l’umanità, non cercando assolutamente mai un benchè minimo aspetto volgare, caso mai è il contrario, nobilita tutti e rende loro grande dignità. Succulento è anche il pezzo sui tipi di ogni diversa provenienza geografica, con esempi calzanti perfetti, oppure quello su Zorro chissà perché mai riconoscibile in poche anime che abitano il villaggio, essendo l’unico alto, bello, coi baffetti. SI continua con il timido, il coatto, l’indeciso che “sicuramente è ma forse no”. Ultimi sprazzi del divertente monologo, dopo un’ora e mezzo di risate e divertimento, con il visionario, o il danzatore, della discoteca, sconfinando anche in temi come l’amore e il monologo dell’ ”Essere o non essere” di Amleto, con tanto di teschio in mano. E’ qui, come detto, che l’attore sublima il teatro, rende giustizia all’arte di farlo, in un ritorno sulla scena che speriamo possa dare altri segnali in questo dopo pandemia. Applausi meritati, e successo della serata.
Francesco Bettin