Lucas Debargue, pianoforte
D.Scarlatti: Sonate per pianoforte K 6, K 438, K 206, K 27, K 14, K 115
M.Ravel: Gaspard de la nuit, Trois poèmes pour piano d'apres Aloysius Bertrand (1908)
N.Medtner: Sonata per pianoforte n. 5 in sol minore
F.Liszt: Après une lecture du Dante
Merano - Kursaal, giovedì, 17 settembre 2020
Spuntato dal nulla senza nemmeno possedere uno strumento suo, nell’estate del 2015 mise in subbuglio il pluriblasonato concorso pianistico Ciaikovskij, conquistando il 4 posto. Classe 1990, Lucas Debargue ha iniziato a studiare pianoforte all’età di 11 anni al Conservatorio di Compiègne. Da subito affascinato dal repertorio classico, decide però di lasciare gli studi musicali per completare la sua carriera scolastica con il diploma di maturità scientifica. Bassista di un complesso rock, si era laureato in arte e letteratura, e per molti anni aveva abbandonato il pianoforte che aveva iniziato a studiare da bambino. Ritorna allo strumento dopo oltre dieci anni di assenza per dedicarsi definitivamente allo studio musicale. Dopo un anno di studi presso il Conservatorio di Beauvais, nel 2011 Rena Shereshevskaya docente russa apprezzata a livello internazionale lo scopre a Compiègne, cittadina della Piccardia da cui proviene, in occasione della Festa della Musica, colpita per il talento spontaneo. Sono anni di duro lavoro per il giovane allievo, ma la docente punta a farene uscire tutte le sue potenzialità, inserendolo nella sua classe presso la prestigiosa Ecole Normale de Musique de Paris Alfred Cortot per prepararlo per le grandi competizioni internazionali. Successivamente è stato ammesso al Conservatorio Nazionale Superiore di Parigi, dove ha conseguito la laurea nel 2015, non interrompendo i suoi studi presso la Scuola Cortot. Preparazione giunta a buon fine. Nel 2014 ha vinto la IX edizione del Concorso Gaillard International (Francia) e l’anno successivo conquista pubblico e critica della 19°edizione del premio Caikovskij, un signor nessuno del mondo concertistico che non si era mai esibito prima con un’orchestra. Fu questa la sua lacuna che causò l'abbandono di un membro della giuria del concorso, ma conquistando il quarto premio in palio “per il suo dono unico, la sua libertà creatrice, la bellezza delle sue interpretazioni”, a cui si aggiunse il premio speciale della critica per il suo “incredibile talento”, mandando in visibilio il pubblico eseguendo il “Gaspard de la nuit” di Ravel. Geniale lo definisce il pianista russo Dmitrij Baškirov, in giuria, ma un diamante grezzo, ma destinato a diventare uno dei più grandi. Da allora è invitato a esibirsi da solo o con le più famose Orchestre filarmoniche e con direttori quali Valery Gergiev, Vladimir Jurowsky, Gidon Kremer, Vassili Petrenko solo per citarne alcuni, esibendosi nelle più prestigiose sale da concerto del mondo. Lucas Debargue coltiva anche la passione per la letteratura, la pittura, il cinema e il jazz, sogna di scoprire la musica rara (Medtner, Roslavetz, Maykapar) e di riuscire a sviluppare interpretazioni molto personali di un repertorio accuratamente selezionato. Nel marzo 2016 è uscito il suo primo CD con opere di Scarlatti, Chopin, Liszt e Ravel registrati da Sony Classical; il suo secondo CD con opere di Medtner, Beethoven e Bach uscito a novembre dello stesso anno; nel 2019 ha dedicato il suo album più recente alle sonate di Domenico, Scarlatti, raccogliendone 52 sonate in 4 dischi. A Merano si presenta con il repertorio classico da recital, con l'inizio affidato aduna selezione dalle sonate di Domenico Scarlatti, affianca il suo cavallo di battaglia Gaspard de la nuit (Ondine, le Gibet, Scarbo), di Maurice Ravel, una sonata di Nikolai Medtner – dove i nomi dei movimenti Tenebroso sempre affrettato, Andante lugubre si susseguono fra oscurità e orrore, e un brano del più classico virtuosismo pianistico, la Dante Sonata di Franz Liszt. L’estroso pianista francese si presenta con agilità sorprendente sulla tastiera, anche se fa percepire alcune difficoltà sulle diteggiature in discendenza di Scarlatti, forse prese con troppa velocità. Il resto del programma si configura come una prova di virtuosismo e di dimostrazione di capacità tecniche che di regola vengono richiedono a qualsiasi pianista a livello internazionale, esercizi di stile di puro virtuosismo. Questo vale in particolar modo per le sonate di Listz e Medtner che si equivalgono per difficoltà compositive e stilistiche, prodotte dal clima compositivo del tardo romanticismo a cavallo dei due secoli tra ‘800 e inizio ‘900. Non fanno eccezione anche i tre poemi che compongono Gaspard de la Nuit (1908) che lo stesso Ravel ha voluto fornire alla letteratura pianistica come pezzi di un virtuosismo trascendente, a riferimento l'esperienza della letteratura pianistica lisztiana dove la fantasia pianistica raveliana tocca le più audaci e spericolate combinazioni sonore. Nel caso di Ravel, che è di rara esecuzione, Debargue ha dimostrato di essere anche interprete oltre che lettore accurato della spartito. Preciso e deciso nel dare quel sinistro e quasi spettrale accento nel Le gibet, con il suo pedale immutabile e lugubre su cui si distende una serie di accordi in tempo lentissimo che si smorzano come un suono di campana a morto nel finale. Appuntamento di rilevanza internazionale che ha entusiasmato il pubblico; con un Salone del Kursaal riempito per le disponibilità attuali, pubblico fatto di estimatori e competenti della musica per pianoforte abituati a confrontarsi in provincia di Bolzano con quanto di meglio offre la scena pianistica mondiale, tra giovani promesse e consolidate presenze.
Federica Fanizza