ANTIGONE
drammaturgia di Giovanna Cordova
con Ivana Monti, Paola Zuliani, e i giovani attori di Tema Cultura Academy
coreografie Silvia Bennett
arpa Quim Rovira Camacho (Istituto Musicale Manzato, Treviso)
regia Giovanna Cordova
produzione Tema Cultura
Rassegna 74.mo Ciclo dei Classici al Teatro Olimpico
Vicenza, Teatro Olimpico, 1, 2 e 3 ottobre 2021 – prima nazionale
La figura dell’eroina classica Antigone è stata più volte rivisitata nel tempo, rivissuta e messa in scena da diversi registi ognuno con una visione propria, che però talvolta è andata a scardinare la costruzione del personaggio, addirittura mettendo in dubbio il suo senso primario che Sofocle aveva pensato. La stessa eroina tragica ritorna in una nuova versione in uno spettacolo di Tema Cultura Academy, che lo produce, con la regia e la drammaturgia di Giovanna Cordova che si affida per l’interpretazione ai giovani attori della compagnia, e a Paola Zuliani che interpreta la protagonista, ma soprattutto a un monumento del teatro italiano come Ivana Monti. Succede così che per il terzo spettacolo dei Classici al Teatro Olimpico di Vicenza la messa in scena della Cordova, pur fascinosa grazie ai bei costumi e a certi momenti registici, fatica a entrare nel dramma se non fosse per la caparbia interpretazione, decisa e di grande effetto, di Ivana Monti. La tragedia si pone diversi interrogativi, come ad esempio la responsabilità delle proprie azioni, o la consapevolezza più o meno sincera, anche dello stesso bene verso un congiunto o un altro. Il Creonte regnante di Ivana Monti fa bene al teatro, sia per la corposa recitazione impostagli dall’attrice milanese, che per un ritorno all’antico al contrario che esercita uno scambio di ruoli, una voluta innovazione che spinge alla modernità, ma al tempo stesso, appunto, al classico arcaico. E’ la tragedia condivisa della parentela, dei denominatori comuni. Il coro e gli altri personaggi sulla scena, davvero numerosi e a volte anche troppo sovrapposti, si muovono con coerenza ma esercitando spesso delle incongruenze che seppur minime, sommandosi, sussultano un po’ il dramma e una certa visione d’insieme. Va loro riconosciuto l’impegno, che se coltivato darà i suoi frutti. Ad esempio, più e più volte si notano coreografie e passaggi scenici troppo simili ad altri spettacoli di Tema Cultura, visti proprio all’Olimpico qualche anno fa. Naturalmente non tutto è perduto, in quanto alcune prove attoriali sono di forte onere e non sono scalfite da ciò. Di Ivana Monti abbiamo detto, ma si può sicuramente continuare: un’attrice che proprio grazie alla sue enorme esperienza sa esaltare tutti i dosaggi del personaggio, e non viene naturalmente confrontata a nessun altro, sarebbe del resto l’errore più grave da farsi. Paola Zuliani dà alla sua Antigone dei momenti asciutti e anche intensi, un po’ meglio di lei fa Matilde Bellotto che interpreta Ismene, mentre sono assolutamente efficaci e senza ritegno né pudore interpretativo gli dei, anche per la presenza quasi costante sulla scena, e le declamazioni protagonistiche e sicure. Una regia lineare costeggia la drammaturgia, e racconta morte, dolore, altra morte e altro dolore, maledizioni che scorrono vive nelle presenze dei personaggi. Clamori e legami, indistinti, collegati. Lo stato disadorno di sentirsi coinvolti e responsabili non abbandona nessuno. Restano quindi le crepe subìte, esclusive, elaborate dei personaggi, ognuno nel suo significato d’essere e nel suo ruolo. Macchie importanti nel cuore, acclamate dal pubblico.
Francesco Bettin