UN ORO ED UN BRONZO PER L'ITALIA
NEL FESTIVAL DELLE GRANDI TROUPE
Va subito premesso che la trentanovesima edizione del Festival International du Cirque de Monte-Carlo verrà ricordata per il tragico incidente che ha portato alla morte il motociclista italiano Kevin Ferrari mentre era impegnato nella prova generale col gruppo dei colleghi di free style: non era mai accaduto un evento così nefasto nell'ultra quarantennale storia di questa kermesse. Si sarebbe trattata di una vera e propria novità assoluta per la competizione monegasca che ospitava questa spericolata performance proveniente dal circo tedesco Flic Flac, chiaramente estranea alla pura tradizione della pista. Dopo la morte del centauro il numero è stato ovviamente tolto dal programma. Ciò detto, la legge dello spettacolo – e soprattutto quella di un festival preparato per oltre un anno dagli organizzatori – impone che si giri subito pagina lasciando il posto alla competizione. E forse è una fortuna che sia così. La morte dell'artista italiano è stata ricordata con un minuto di silenzio all'apertura del primo spettacolo della serie in programma.
Avevamo preannunciato che sarebbe stata l'edizione delle grandi troupe provenienti dalla Russia, Cina e Corea e così è stato, in effetti. Ma in realtà è stato anche – e non è la prima volta – l'anno dell'Italia che si è portata a casa un oro ed un bronzo tra i premi maggiori assegnati dalla giuria tecnica. Si tratta di un risultato notevole, sia in considerazione dei valori assoluti proposti dal XXXIX Festival di Monte-Carlo, molto elevati, sia in rapporto al palmarés complessivo espresso dalla competizione nata nel 1974. Infatti, il quarto posto dell'arte circense nazionale si consolida e pone il nostro paese subito dopo le grandi potenze statali e post-statali ma al primo, di fatto, tra i paesi occidentali in cui l'imprenditoria del settore ha sviluppato modelli analoghi e gli artisti provengono dalle "famiglie del viaggio" o dalle scuole di formazione.
Purtroppo, i successi artistici in campo internazionale cozzano con la situazione interna in cui le istituzioni centrali e locali ostentano verso il circo un atteggiamento che svaria tra l'indifferenza, la sufficienza e l'ostitlità vera e propria. Ciò in parte per pregiudizi storici e a cagione delle pressioni spesso insopportabili delle lobby animaliste (quanto al circo classico) ma pure - va detto per onestà intellettuale – per responsabilità interne al settore che in diversi casi ha peccato nella comprensione dei mutamenti dei tempi e del costume e soprattutto nella comunicazione culturale e commerciale. La recente gestione dell'Ente Nazionale Circhi – condotta dal 2011 da Antonio Buccioni – e il lavoro in profondità svolto dal centro di formazione dell'Accademia d'Arte Circense di Verona stanno sostenendo decisamente la categoria in questo frangente ma la situazione resta contraddittoria. D'altronde, ci chiediamo perché mai questo settore dovrebbe sottrarsi al clima generale che attanaglia il nostro paese.
Tornando al palmarés, l'oro italiano è toccato all'esperto clown Gianni Huesca, in arte "Fumagalli". Assieme al fratello Daris ha proposto un repertorio consolidato di entrate e riprese classicissime ma ancora capaci di toccare le corde del riso puro e semplice grazie ad una mimica facciale potente ed efficacie anche nel grande spazio dello chapiteau di Fontvieille. Il pezzo Ape dammi il miele ha raggiunto lo scopo di far alzare il pubblico in una standing ovation genuina. Dopo l'argento conquistato nel 2001 possiamo parlare davvero del giusto coronamento di una carriera di eccellenza. Un bronzo, invece, è stato assegnato ad Elvis Errani che, insieme alla sua famiglia, bissa il successo del 2009 nonostante si sia presentato al festival con un braccio bloccato da un tutore a causa di una frattura occorsagli prima di Natale. Quello dell'addestratore italiano è un fulgido esempio del moderno dressage che favorisce le naturali attitudini degli animali, senza forzature ed eccessi.
Come da pronostico due Clown d'Oro (le statuette assegnate, sul modello degli Oscar) sono andati ai favoriti della vigilia: ai due numeri aerei della troupe del Circo nazionale di Pyongyang e agli equilibristi della troupe di Pechino. I coreani hanno presentato un'indimenticabile performance di "uomini volanti" che prevede la combinazione di due porteur fissi al centro con due altalene ai lati: strabiliante il volo di quattordici metri con quadruplo salto mortale in avanti che chiude il numero. Altrettanto sorprendente la seconda attrazione, un passo a due al trapezio singolo. È pur vero che l'arte circense non può ridursi al mero virtuosismo ma era impossibile non premiare col massimo riconoscimento tanta abilità pura. I cinque artisti di Pechino, invece, hanno mostrato una sequenza di equilibri mano a mano e sulla testa di elevatissima difficoltà con uno stile nitidamente classico.
Il 2015 è stato proclamato l'Anno della Russia nel Principato di Monaco: inevitabile la massiccia presenza di numeri provenienti da questa terra assai fertile per le arti della pista. Il quarto "oro", infatti, è stato attribuito – per la verità un po' a sorpresa – alla giovane addestratrice Anastasia Fedeotova-Stykan, figlia d'arte ma portatrice di un'estetica contemporanea ed accattivante nella presentazione dei suoi cavalli. La sintonia con gli animali dell'esponente del Circo moscovita Nikoulin ha molto colpito pubblico e giurati. A tre troupe russe (due acrobatiche ed una di volteggiatori equestri "gighiti") e a quella cinese di Tianjin sono andati altrettanti Clown d'Argento.
Per il quarto anno di seguito, dopo le repliche della serata di gala (tutte sold out) vi è stata la piacevole coda di New Generation, rassegna dedicata ai giovani artisti. Anche in questo caso, due ori sono stati attribuiti ai cavallerizzi russi di Yakov Ekk del Bolschoi Cirk - deliziosa la loro presentazione – e alla troupe dei saltatori cinesi di Hunan. Grazie all'età, Elvis Errani ha conquistato anche uno Junior d'Argento in questa sezione.
Però Monte-Carlo non significa solo competizione tra artisti col clima mondano del Principato sullo sfondo ma pure un'occasione di incontro tra gli operatori del settore che vogliono confrontarsi sui problemi comuni. Anche quest'anno, sia l'European Circus Association sia la Federation Mondiale du Cirque hanno tenuto le loro assemblee generali e diversi simposi a tema. Tra l'altro, è stato lanciato il sesto World Circus Day per il prossimo 18 aprile: in quell'occasione circhi, scuole, associazioni amatoriali di tutto il mondo organizzeranno le più svariate iniziative con lo scopo di promuovere l'immagine dell'attività circense ed attirare l'attenzione delle istituzioni e dei media su quest'arte. Nelle ultime edizioni si sono registrati eventi in oltre cinquanta paesi del globo.
Questa trentanovesima edizione del più prestigioso festival delle arti circensi del panorama mondiale passa in archivio come una di quelle con maggior dispiego di talento e qualità grazie alle scelte del direttore artistico Urs Pilz e della stessa Principessa Stephanie. Volendo cercare le note stonate ad ogni costo, dobbiamo segnalare la conduzione delle serate affidate ancora a Petit Gougou, ex augusto di serata promosso a Monsieur Loyal da qualche anno: purtroppo l'esito continua ad essere poco felice in termini di ritmo e di efficacia. Inoltre, desta ancora perplessità la politica di assegnare una cascata di premi maggiori (quest'anno ben quattordici tra ori, argenti e bronzi), circostanza che finisce per depauperare il valore stesso dei riconoscimenti assegnati.
Ma è già iniziato il conto alla rovescia per la prossima edizione, quella del quarantennale: sulla falsariga del trentesimo festival, si tratterà di una versione celebrativa che non prevederà un palmarés ma la partecipazione dei vincitori degli ultimi dieci festival per dar vita ad una sorta del meglio di.... Una vera leccornia per appassionati ed addetti ai lavori.
Francesco Mocellin