Coro balletto ed orchestra
Genova, Politeama Genovese 14 gennaio 2014
Quando si è aperto il sipario sembrava impossibile che il palcoscenico del Politeama Genovese potesse contenere tutte quelle persone! Già perché su quel palco erano insieme più di 100 tra artisti del coro, maestri di musica e ballerini che non sembravano affatto a disagio nel muoversi in ristrettezza. Il coro era composto da 32 elementi tra tenori, baritoni e bassi, altri trenta erano i musicisti e 40 ballerini tra maschi e femmine più le voci soliste. Uno spettacolo insolito che indubbiamente ha rapito il pubblico che è rimasto estasiato nel vedere quanto è capace la Compagnia dell'Esercito di Kiev al completo. Voci potenti, coreografie spettacolari e costumi meravigliosi che hanno regalato un viaggio attraverso il meglio del folklore russo e ucraino. L'origine dei vari Cori e Corpi di ballo dell'Esercito di Kiev risale alla Seconda Guerra Mondiale, quando queste formazioni portavano ai soldati al fronte e ricoverati in ospedale canzoni di speranza e amore per la patria. Lo spettacolo è piacevolissimo perché infonde gioia a chi lo guarda, cosa sempre di gran pregio per una messa in scena teatrale. Il programma è un dinamico amalgama di musica militare tradizionale (O Ciciornia, Kalinka, Due file) canzoni popolari e danze che rievocano la vita agreste, amori e battaglie (Danza Russa e Danza dei Cosacchi). I ballerini sono straordinari nei loro rocamboleschi salti interpretati con temperamento focoso e tecnica ineguagliabile ai quali sono di complemento i variopinti costumi folcloristici. Insomma, uno spettacolo festoso per tutta la famiglia. Del resto il direttore artistico, Antoniyc Dimitry, nominato "artista onorario" dell'Ucrania, ha lavorato nelle più grandi sale sia in Russia che all' estero. Stessa fama anche per il direttore del coro Alexander Stepantsov, che si è formato al Conservatorio di Kiev e ha portato le sue melodie in tutto il mondo. La compagnia ha girato il mondo, dall'Europa alla Tunisia fino agli Stati uniti d'America, Canada e Cina. Dispiace che il teatro non fosse pieno come sarebbe stato giusto fosse per un evento così straordinario, ma in periodo di crisi anche 35 euro di biglietto possono essere troppi, si capisce, però se si pensa che da Kiev si sono mossi in più di 100 è facile giustificare il perché non si potesse scendere di prezzo.
Francesca Camponero