balletto in due atti di Luciano Cannito
con Rossella Brescia
liberamente ispirato all'omonimo film di Federico Fellini
musiche Nino Rota
DANZITALIA Italian Touring Dance Company
Marco Schiavoni, Alfred Schnittke, Glenn Miller
canzoni popolari degli Anni Trenta
scene Carlo Centolavigna costumi Roberta Guidi di Bagno
luci Alessandro Caso
coreografie e regia Luciano Cannito
Genova, Teatro Politeama Genovese 1 marzo 2014
Un balletto nato in occasione del 40° anniversario di Amarcord e del 20° anniversario della scomparsa di Federico Fellini, quello coreografato da Luciano Cannito nel 1995, liberamente ispirato al film omonimo. Come il film anche il balletto vuol essere un divertente e melanconico affresco dell'Italia fra le due guerre, dove il Fascismo e la Chiesa esercitano il loro potere, influenzando la cultura ed il costume.
Lo spettacolo, che ha debuttato nove anni fa al Teatro San Carlo di Napoli, aveva riscosso grandi successi anche al Teatro alla Scala di Milano, al Metropolitan di New York e all'Orange County di Los Angeles e per questo continua la sua tournèe fino ad oggi. Sono cambiati i protagonisti, ma l'imprinting rimane quello di sempre, il tutto funziona con ritmo serrato e vivace, nessun momento di stasi e per questo coinvolgente. La freschezza e genuinità di immagini tratte dal quotidiano di allora in cui incombeva il dramma del fascismo, ci ripropone personaggi di ogni tipo con le loro pecche, i loro sentimenti, e le loro goliardiche esuberanze. I danzatori della Compagnia Danza Italia sono impeccabili tutti ottimi professionisti di estrazione classica tra cui si notano nei ruoli principali Nicolò Noto (il giovane Titta), Rossella Lucà (la mamma), Angelo Egarese (il gerarca) e Giuseppe Inga (l'ufficiale tedesco). Questi danzatori si sono formati ed hanno avuto esperienze precedenti chi al Teatro alla Scala, chi al San Carlo di Napoli e questo non passa inosservato. Rossella Brescia è Gradisca, ma questa non si può dire sia stata una delle sue migliori esibizioni, nel primo atto non ha avuto molto spazio, e durante il secondo, in cui ha eseguito un paio di pas de deux indubbiamente seducenti, da un punto di vista tecnico non è risultata migliore del resto del corpo di ballo. Le musiche scelte per quest'omaggio a Fellini si discostano dalla colonna sonora originale del film, in quanto prevalgono brani di autori quali Schnittke, Miller e Schiavoni, ai quali si aggiungono alcune popolari canzoni degli anni Trenta interpretate in modo mirabile da Nicky Nicolai (La Voce del ricordo) con la partecipazione straordinaria del sax di Stefano Di Battista. Di Rota rimane impresso soprattutto il motivo principale che si ripete varie volte come ad accompagnare i vari momenti del balletto. Spettacolo piacevole da vedere.
Francesca Camponero