musiche: Adolphe-Charles Adam, Léo Delibes, Riccardo Drigo, Cesare Pugni
coreografia: Viatcheslav Khomyakov da Marius Petipa
direttore d'orchestra: Peter Tiboris
scene e costumi: Francesco Zito
regia: Beppe Menegatti
con Irma Nioradze / Mara Galeazzi / Ekaterina Borchenko / Gaia Straccamore / Anastasia Lomachenkova / Alessandra Amato / Ilya Kuznetsov / Mario Marozzi / Robert Tewsley / Giuseppe Picone / Alessio Carbone / Andrey Batalov
Orchestra e Corpo di Ballo dell'Opera
Roma, Teatro dell'Opera, dal 20 al 29 maggio 2008
Turchi feroci assetati di femmine cristiane, corsari pronti a tradire per un sacchetto di monete d'oro, esosi mercanti di schiavi, e odalische, eunuchi, naufragi... Il Balletto dell'Opera è la prima compagnia italiana ad allestire Il corsaro, balletto di Marius Petipa con musica di Adolphe Adam e Léo Delibes, tornato molto di moda. Lo ha voluto la direttrice Carla Fracci e ha fatto bene. Perché è un gran divertimento, un fumettone su musica un po' fracassona e con un cuore di melassa: la languorosa scena del Giardino Animato. Ci vuole una gran compagnia (il Bolshoj lo ha presentato a Torino nel dicembre scorso). E Fracci ha un corpo di ballo brillante e motivato, due primi ballerini, Gaia Straccamore e Riccardo Di Cosmo, di gran qualità. Ospiti: Giuseppe Picone, perfetto e sfrontato, nel ruolo dello schiavo Alì ricorda Rudolf Nureyev, Irma Nioradze e Ilja Kuznetsov sono stelle pregiate del Mariinskij di San Pietroburgo, da cui arriva anche Viaceslav Khomiakov, responsabile della ripresa coreografica.
Sergio Trombetta
in una cornice di esotico splendore
E' proprio un gran bel balletto Il corsaro, in scena all'Opera da martedi scorso: ben costruito, ben danzato e ricco di stelle ospiti, fra le quali molti italiani di pregio. Una delle cose migliori viste di recente al Costanzi. Un appuntamento da non mancare.
Il primo elogio è per il coreografo, Viatcheslav Komyakov, cresciuto alla scuola del Kirov, che nel corso di una brillante carriera di ballerino ha danzato tutte le successive versioni del Corsaro allestite al Marijnskij.
Komyakov ci rende tutto quel che di Petipa era possibile ricordare, integrandolo con intelligente cautela, limitandosi a soffiar via la polvere dalle antiche danze per restituircele brillanti, vivaci, in certi casi scintillanti. Accurate anche le parti mimiche.
La vicenda - solo un'eco del poemetto byroniano da cui trae il titolo - semplificata rispetto a quella tradizionale, assai farraginosa (grazie al regista, Beppe Menegatti, crediamo) è una commedia dal ritmo serrato e, insieme alle ballabilissime musiche originali, sostiene l'azione dei molti personaggi principali, che sono una vera delizia da gustare.
Di gran pregio il primo cast - i russi Irma Nioradze, Ilya Kuznetsov, Ivan Sitnikov e i nostri ottimi Riccardo Di Cosmo e Gaia Straccamore con la "stella" Giuseppe Picone. Eccellente il secondo cast - Mara Galeazzi, Mario Marozzi, Alessio Carbone, Alessandro Tiburzi e Anastasia Lomachenkova - che ha suscitato nel pubblico boati di entusiasmo. Le scene e i costumi, di raffinato esotismo, sono di Francesco Zito. Da migliorare: il coordinamento fra la direzione d'orchestra e i ballerini. Fino al 29.
Donatella Bertozzi