di Simone Zambelli
con Simone Zambelli
frammenti scritti e sonori di Simone Zambelli
dramaturg e assistente coreografa di scena Cinzia Sità
disegno luci e video mapping Alice Colla
musiche Cher, Pj Harvey and Nick Cave, Prince, Camille Saint-Saëns
si ringrazia per il contributo musicale Mario D’Acunto
assistenza coreografica Arabella Scalisi
produzione sostenuta da C&C Company e Sanpapié
in coproduzione con Danza in Rete Festival - Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, Tersicorea T.off
con il sostegno di Centro di Residenza della Toscana (Fondazione Armunia Castiglioncello-CapoTrave/Kilowatt Sansepolcro), Periferie Artistiche centro di Residenza Multidisciplinare della Regione Lazio/Vera Stasi
spettacolo selezionato nella sezione Open Studios alla NID Platform 2024
Festival Danza in Rete 2025
Vicenza, Ridotto del teatro Comunale, 9 maggio 2025
Prima nazionale
L’amore in sé ha quel qualcosa di inarrivabile, speciale, che non sempre si riesce a mettere a fuoco con facilità. L’amore è esteso per sua natura, un senso, un termine accessibile ma fino a un certo punto, E di amore, perduto, tratta Lacrimosa, di e con Simone Zambelli, figura poliedrica del nostro teatro (e prima ancora di danza, in via però di allontanamento dalla stessa come lui stesso dichiara). In scena un uomo, un giovane, nudo e quasi sempre di spalle così a confermare la distanza col resto del mondo. Ma da dove nasce questa distanza? Dallo stato d’animo in cui il protagonista si trova, quella che più o meno tutti abbiamo passato prima o poi, o passeremo, una situazione di abbandono che ci pervade e ci scombussola o per meglio dire sconquassa la vita, apparentemente e comunque per un periodo, perché poi bisogna riuscire a tirarsene fuori. Lacrimosa è danza e teatro allo stesso tempo, un curioso mix di generi che come spiega lo stesso Zambelli però non si allontanano poi così tanto uno dall’altro, il teatro è sempre teatro anche se danza e viceversa. Il lavoro è d’impatto, scardina alcune regole teatrali intuendone nuove vie, anche se in qualche momento il ritmo si allenta e lì, magari, ci vorrebbe più brio, anche se forse non è proprio la parola più giusta. Ma per un artista come lui questa è una cosa da perdonare, anche perché siamo nel bel mezzo di una trasformazione e alcuni canoni cosiddetti tecnici l’artista li recupererà, ne siamo certi, a breve. E poi lo spettacolo ha dalla sua una serie di piacevoli momenti che registriamo, ha dolcezza, rabbia, malinconia, un po’ di innovazione in certe scene, e un grande supporto lo dà certamente il grande, bellissimo lavoro di Alice Colla nel videomapping, e naturalmente Cinzia Sità come dramaturg. Simone Zambelli sta già incamminandosi verso un futuro che gli riserverà e ci riserverà belle sorprese, scongiuri che facciamo a parte, per lui, naturalmente. Lacrimosa è attualità, presa di coscienza, abbattimento, rinascita. Con conseguenti prese di distanza.E quel corpo nudo peraltro mai visto di fronte, mai esibito ma tuttaltro, non è che esser disarmati per poi riprendersi (infatti ci si veste, dopo). Non mancano riferimenti alla Morte del cigno, quanto mai emblematica e suggestiva, e viaggia nel ricordo che è stato estasi e felicità e che ora passa a essere dolore, ma pronto, prontissimo a divenire nuovamente altro. E quella rinascita, quel nuovo Io sa il cammino che vuole fare. Il corpo risponde, rinasce. Il pubblico in rigoroso silenzio parteggia per il protagonista, gli sta vicino, e gli applausi lo hanno dimostrato. Francesco Bettin