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MAYERLING - coreografia Kenneth MacMillan

Steven McRae (Prince Rudolf) in "Mayerling", coreografia Kenneth MacMillan. Foto  Alice Pennefather, ROH Steven McRae (Prince Rudolf) in "Mayerling", coreografia Kenneth MacMillan. Foto Alice Pennefather, ROH

Balletto in tre atti
Coreografia di Kenneth MacMillan
Musica di Franz Liszt (arrangiamento e orchestrazione di John Lanchbery)
Libretto di Gillian Freeman
Scene e Costumi di Nicholas Georgiadis
Luci: John B. Read
Con: Ryoichi Hirano, Natalia Osipova, Steven McRae, Sarah Lamb, Vadim Muntagirov, Yasmine Naghdi, Matthew Ball, Laura Morera, Melissa Hamilton, Marcelino Sambé, Francesca Hayward, Akane Takada e gli Artisti del Royal Ballet.
Orchestra della Royal Opera House
Direttore: Koen Kessels/Martin Georgiev
LONDRA, Royal Opera House, dal 5 ottobre al 30 novembre 2022

www.Sipario.it, 22 ottobre 2022

Mayerling e l’identità del Royal Ballet

La Royal Opera House e il Royal Ballet, com’è noto, non amano dimenticare ricorrenze, testimonianze e tasselli ineludibili che hanno contribuito a strutturare l’ossatura cardinale della propria identità. Nella consapevolezza di questa fulgida memoria per l’apertura della nuova stagione di danza e balletto non si poteva, dunque, che tornare a rispolverare quel titolo che segnò nel backstage del massimo teatro del Covent Garden, il 29 ottobre del 1992, la morte di Sir Kenneth MacMillan. Com’è noto, infatti, fu proprio durante l’opening night revival del suo Mayerling che il coreografo scozzese perse la vita.
Creato nel 1978 il lavoro si configura come un vero omaggio tersicoreo ad uno dei racconti più oscuri e misteriosi: è la storia di quello scandalo che nel 1889 afflisse l'Impero austro-ungarico e portò al nefasto evento della violenta morte del Principe ereditario Rodolfo d’Asburgo-Lorena e della sua amante, la baronessa Maria Vetsera, proprio in quella residenza di caccia tra i boschi viennesi dal nome Mayerling, per l’appunto. Con questa scelta che marca la quattordicesima ripresa del lavoro di MacMillan si sottolinea come qui a Londra “la presenza creativa del pioniere-coreografo - evidenzia Kevin O’Hare, Direttore del Royal Ballet - continua ad essere profondamente sentita attraverso i magistrali balletti che avvincono la nostra immaginazione”.
Mayerling rappresenta, senza dubbio, un esempio mirabile di quanto la danza abbia saputo offrire al dramma psicologico e che proprio nel ruolo del Principe Rodolfo mostra l’apice nonché la sfida per ogni interprete. Sotto questo rispetto è da segnalare, in particolare, l’esemplare performance del Principal Steven McRae che ormai da tempo conosce i rivoli nefasti e ombrosi del protagonista. In una pomeridiana affollatissima abbiamo ritrovato un danzatore abile nel modulare scontrosità, asprezza e scaltrezza nei tre atti che strutturano questo lavoro. Piacciono le tinte forti e contrastanti del passo a due del primo atto condiviso con Yasmine Naghi nei panni della contessa Maria Larisch e pregnante sia drammaturgicamente che coreograficamente il successivo segmento ambientato negli appartamenti dell’Imperatrice Elisabetta, personaggio qui affidato ad Annette Buvoli. È notevole l’efficacia narrativa del loro passo a due che svela, senza riserve, le ombre e le inquietudini di un attaccamento che appare debole, distante e carente: presumibilmente all’origine delle reiterate turbe psichiche del Principe. Ancora un altro passo a due segna le battute conclusive del primo atto, qui con Anna Rose O’Sullivan - nei panni della Principessa Stefania del Belgio - Steven McRae seguita a dare prova di avere in mano con disinvoltura e maestria i tratti identitari del protagonista, con lui tutto sembra funzionare perfettamente: pathos, forza, virilità, possanza, risolutezza emergono in ogni tratto coreografico e nell’interpretazione abilmente modulata. La quinta scena del secondo atto segna, da ultimo, l’incontro con la baronessa Maria Vetsera qui con un’altra punta di diamante del Royal Ballet, la Principal Sarah Lamb. Il suo è un personaggio che gode di quella delicata leggerezza disinvoltamente modellata intorno al pericoloso irretimento che nell’ultimo passo a due, prima del tragico episodio, dona l’opportunità di scorgere terrore, afflato, affidamento e tremore negli occhi di ambedue i cardini di una storia triste e voraginosa.
Superata a pieni voti la prova anche per la troupe con una menzione, in particolare, per la compagine maschile e i quattro ufficiali ungheresi - Luca Acri, Benjamin Ella, Joseph Sissens, David Yudes - che nel secondo atto insieme a Mayara Magri - nel ruolo di Mitzi Caspar - regalano virtuosismi dinamici e rapidissimi. Si apre, dunque, in grande spolvero la lunga stagione coreutica del Covent Garden dedicata al ricordo di Sua Maestà la Regina Elisabetta II verso la quale la numerosa comunità di artisti della danza in forza alla Royal Opera House palesa, opportunamente, uno storico debito di riconoscenza dal momento che nel 1956 Sua Maestà la Regina concesse la licenza reale garantendo, da allora, il proprio patrocinio: “il suo supporto - dichiara Alex Beard, Chief Executive della Royal Opera House - era fonte di grande e imperituro orgoglio per i tutti nostri artisti e collaboratori”.

Vito Lentini

Ultima modifica il Lunedì, 24 Ottobre 2022 09:24

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