coreografia Davide Bombana
Junior Balletto di Toscana
drammaturgia e coreografia Davide Bombana
musica Sergej Prokofiev
interpreti Joseph Caldo, Admir Kolbucaj, Luca Cesa, Francesco Moro, Lorenzo Savino,
Daniele Pecorari, Eleonora Peperoni, Matilde Di Ciolo, Veronica Galdo,
Lucia Zimmardi, Laura Massetti, Caterina Politi, Chiara Pareo, Giovanni Quintero,
Artan Durmishi, Jody Bet, Guido Del Gaudio, Giovanna Pagone, Chiara Afilani,
Letizia Cecchella, Giovanni Luca Formica, Marius Allmeta, Giulia Sardelli,
Lara Di Nallo, Elena Castellanos
luci Carlo Cerri
costumi Santi Rinciari
Teatro Ponchielli, Cremona, 10 marzo 2017
Una fusione drammaturgica nel contrasto socioculturale
L'opera ha rielaborato tematiche e spunti già trattati in altra chiave per mezzo di un'evoluzione ideologica che ha portato il geniale maestro Davide Bombana, con passione e sentimento, a concepire per lo "Junior Balletto di Toscana" diretto con mestiere da Cristina Bozzolini, l'eterna storia sui due sfortunati amanti. Questa produzione del Balletto di Toscana jr. si conferma nel progetto culturale, voluto dalla stessa Bozzolini, nella rivisitazione dei grandi titoli ad opera di noti coreografi dal linguaggio innovativo. Un intreccio che vede la genesi nell'andamento coreografico in cui Romeo e Giulietta si sdoppiano in Admira e Bosko: da Verona al conflitto balcanico. La creazione si dipana tra una mescolanza di spunti e analogie, le quali miscelate insieme, formano una sintesi omogenea nella fusione di suoni e accenti corporei di diverso aspetto timbrico conservando nella rilettura il rigore a cui siamo abituati dalla classica narrazione romantica. Il lavoro di Bombana è il "corpus" di un piccolo grande gioiello arricchito da riformatrici dinamiche figurative, con particolare attenzione alle caratteristiche fisiche di ogni singolo interprete. Un gioiello coreografico "charmant" arricchito dall'utilizzo di dettagli scenici che diventano, modernamente ed idealmente, simboli di protesta contro il "potere" e le condanne a morte come avvenne, durante la rivoluzione francese, con il semplice nastro rosso legato intorno alla gola. I costumi nel trascorrere del tempo, sono apparsi in variegata coloratura (a firma di Santi Rinciari realizzati dall'Opificio della Moda e del Costume) pur mantenendo tonalità scure ad esaltare i sentimenti e, nel momento della quasi raggiunta libertà, la candida purezza d'animo come avviene con la ceramica prima di essere plasmata. L'evoluzione tersicorea cambia di continuo, ma, al contempo, riprende modelli del passato e li rinnova, lavorando su preziose cesellature rappresentative. I grandi balletti di repertorio, pur riletti, non passano mai di moda e in questa creazione viene inanellata una serie di perle, una più preziosa dell'altra, conferendo a ciascun passo un'espressione armonica come fossero tante piccole poesie: innanzitutto "poesia d'amore" attraverso gli occhi infantili di "Lei" e nella confortante vicinanza di chi si ritrova in simbiosi con l'altra metà, "Lui". La storia travagliata di Admira e Bosko, in sintesi, si paragona per analogia ad ogni altra singola storia d'amore sofferta, osteggiata, tarpata generando nello spettatore il pathos di un doppio involucro che accoglie, protegge e nutre come fosse il grembo materno. Il balletto approfondisce la relazione tra due "vite" che si cercano in un unico "noi". Bombana pone l'accento sul reciproco mutamento dell'Amata e dell'Amato e nella loro disperazione del non potersi desiderare. Il finale affresca una lunga collana onirica di pietre iridescenti e tenebrose d'impatto emozionale. L'intolleranza, la violenza, gli odi atavici, gli scontri tra faide ed etnie appaiono un punto fermo dell'allestimento e fanno da fil rouge lungo gli ottanta minuti dell'atto unico. Le perle in scena dello "Junior Balletto di Toscana" passano da rapidi cambrés a movimenti lenti mirati a sviluppare la maggiore sensazione di stabilità, simmetria, fluidità ed equilibrio sia degli arti superiori che degli arti inferiori con buona parte dedicata all'Allegro in cui i movimenti appaiono più rapidi tra piccoli salti e via via mediante i passi di spostamento giungono ai grandi salti. Ottimo il controllo della posizione dei piedi, il controllo della posizione del bacino, il raddrizzamento vertebrale e la posizione del collo nell'esatta intensità che denota la formazione e lo studio imprescindibile di ogni ballerino di valore. La drammaturgia e la coreografia creano un aspetto del tutto originale, costruito con abilità, incontrando il gusto ricercato del tempo quotidiano, invogliando il pubblico ad un'attenta riflessione - pur con qualche minuscola ripetizione nella convergenza delle movenze - riuscendo ad abbattere la "quarta parete" del muro immaginario in una prospettiva evocativa sottolineata dalle luci di Carlo Cerri. Un sentito grazie al maestro Davide Bombana e alla direttrice Cristina Bozzolini per aver tessuto e riscoperto un frammento drammatico della nostra storia recente, tra milioni di amori recisi, con l'ausilio dell'arte coreica la quale se usata con "intelligenzia" sgrana parole danzate che si tramutano in "sommossa dei sentimenti".
Michele Olivieri