di: Steven Banks, Robby Barnett, Renée Jaworski, Matt Kent, Itamar Kubovy, Michael Tracy
in collaborazione con Josie M. Coyoc, Mark Fucik, Christopher Grant, Molly Gawler, Damon Honeycutt, Renée Jaworski, Beth Lewis, Roberto Olvera, Derek Stratton, Lauren Yalango
Scene: Neil Patel, Luci: Neil Peter Jampolis, Costumi: Liz Prince, Musiche: David Poe
Produzione: Pilobolus Dance Theater
Interpreti: Kristina Dobosz, Heather Jean Favretto, Mark Fucik, Morgan Houghton, Alexander Windner Lieberman, Ariana Nakamine, Justin Norris, Taylor Jo Oxley, Derek Stratton
Trieste, Politeama Rossetti 7 maggio 2014
Le tecniche sofisticate del teatro d'ombre coniugate alla plasticità del corpo umano, gli accadimenti fluttuanti del sogno interpretati con l'energia dei muscoli in movimento... la sorpresa per le immagini che scorrono sul palcoscenico è continua. Sono quelle che i Pilobolus intrecciano per "Shadowland", uno spettacolo ormai classico (datato 2009) del repertorio di questa compagnia di danza americana che vanta tra i fondatori anche Moses Pendleton, il creatore dei Momix. Un repertorio spettacolare versatile che in quarant'anni ha contaminato anche la pubblicità, la televisione, il teatro immagine, divenendo sempre più complesso dal punto di vista della performance fisica, dell'arte dell'illusionismo e dell'illuminotecnica.
Scritta dal creatore di Spongebob (Steven Banks), l'opera scorre come un racconto visivo in fieri, nutrito da citazioni letterarie (in primis Lewis Carrol) in un mondo straordinario, fuori dal comune, imprevedibile. Fantasia, visionarietà, ricerca di infinite suggestioni ed allusioni sono la cifra della breve storia simbolica che viene rappresentata: una fanciulla alla scoperta del proprio sé e dell'adultità in una realtà insidiosa, immaginifica, dove è difficile essere accettati per quel che si è. Il signore dell'universo, che appare come un'enorme mano demiurgica, ha deciso di immergere nel reale flusso della vita lei, presenza muliebre incerta e smarrita, cullata e sollevata in aria da una catena di mani nelle malie notturne dell'inconscio. Ed ecco allora lo scorrere di contesti e avventure di cui la novella Alice, che uno scherzo del destino ha reso diversa forgiandola con un muso di cane, s'imbatte senza sosta, quasi a seguire un caleidoscopio di azioni in divenire misterioso e sofferto. Una strana combriccola di cuochi cannibali che cerca l'ingrediente prelibato per un fumante calderone, il viaggio on the road con un brutale texano, l'esibizione in un freak show, la compagnia costante di fiori antropomorfi ed insetti striscianti... ma alla fine, dopo tanto scherno da parte dei suoi simili, la metà è raggiunta: all'orizzonte, appare la silhouette turrita rassicurante di un castello dove troverà qualcuno disposto ad amarla aldilà delle apparenze, così com'è.
Ad accompagnare l'affresco onirico sono le seducenti e liriche note di David Poe, corollario sonoro perfetto per un'esibizione ipnotica, che, con un linguaggio estetico sincretico, composto da virtuosismi corporei, giochi d'ombre e tecnologia multimediale, ha comunicato con grandi e piccoli.
Elena Pousché