mercoledì, 25 giugno, 2025
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LAZARUS - uno spettacolo di Valter Malosti

"Lazarus", uno spettacolo di Valter Malosti con Manuel Agnelli. Foto Fabio Lovino "Lazarus", uno spettacolo di Valter Malosti con Manuel Agnelli. Foto Fabio Lovino

di David Bowie e Enda Walsh
ispirato a The Man Who Fell to Earth (L’uomo che cadde sulla terra) di Walter Tevis
uno spettacolo di Valter Malosti
con Manuel Agnelli
Casadilego, Dario Battaglia, Camilla Nigro
e Maurizio Camilli/Mauro Bernardi, Andrea De Luca, Noemi Grasso, Maria Lombardo, Giulia Mazzarino, Isacco Venturini, Carla Vukmirovic
la band (in o.a.) Laura Agnusdei sassofoni, Jacopo Battaglia batteria, Francesco Bucci tromboni, Andrea Cauduro tastiere addizionali, Davide Fasulo piano e tastiere, Stefano Pilia chitarra, Giacomo Rossetti basso, Paolo Spaccamonti chitarra
versione italiana del testo Valter Malosti
orchestrazioni e arrangiamenti originali Henry Hey
progetto sonoro GUP Alcaro
scene Nicolas Bovey
costumi Gianluca Sbicca
luci Cesare Accetta
video Luca Brinchi e Daniele Spanò
cura del movimento Marco Angelilli
coreografie Michela Lucenti
cori e pratiche della voce Bruno De Franceschi
maestro collaboratore Andrea Cauduro
assistenti alla regia Jacopo Squizzato, Letizia Bosi
foto Fabio Lovino
produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Teatro di Roma – Teatro Nazionale 
lo spettacolo è stato creato nel 2023 in coproduzione con Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, LAC Lugano Arte e Cultura e in collaborazione produttiva con Balletto Civile 
in accordo con Robert Fox, Jones/Tintoretto Entertainment e New York Theatre Workshop 
per gentile concessione di Lazarus Musical Limited  
Lazarus ha debuttato per la prima volta Off-Broadway al New York Theatre Workshop  il 7 dicembre 2015, Jim Nicola Direttore artistico, Jeremy Blocker Direttore generale 
Roma - Teatro Argentina 5-15 giugno 2025

www.Sipario.it, 9 giugno 2025

È sempre difficile reggere il confronto con un genio, soprattutto quando il genio è David Bowie.

Sono passati quasi dieci anni dalla sua scomparsa. Una scomparsa che solo Bowie poteva ammantare con un tocco d’artista: regalando un album, Blackstar, uscito due giorni prima della sua morte; un video, Lazarus, uscito il 7 gennaio 2016, in cui si vede un Bowie malato che giace morente. Lazarus fu anche il titolo di un musical, l’ultimo, che il Duca bianco scrisse ispirandosi al romanzo di Walter Tevis, L’uomo che cadde sulla terra. Vi si racconta la storia di Newton, proveniente da un altro pianeta e rimasto prigioniero nel nostro mondo. Bloccato fra il passato e il futuro, non potrà invecchiare. Un eterno presente che lo renderà asfittico ed ossessionato da visioni. 

Qual era il messaggio che Bowie intendeva lanciare? La vita come passaggio. Una sosta momentanea dalla quale ripartire verso altre dimensioni. Nonostante la coincidenza spiacevole della scomparsa dell’artista, anzi: di un genio, il messaggio di Bowie è sempre positivo. Una positività mai retorica, ma sempre ricca di prospettive che fanno assaporare la certezza di altri mondi che spetta a noi visitare per farne esperienza.

L’edizione italiana di Lazarus affidata alla regia e all’adattamento di Valter Malosti, con Manuel Agnelli nei panni del protagonista, e che torna in scena all’Argentina di Roma dopo due anni, non offre - a differenza della precedente - lo spirito di Bowie.

Forse la memoria mi ingannerà, ma quando vidi questo spettacolo nel 2023, lo ricordo molto più fedele alla poetica dell’autore. Oggi, invece, pare un tentativo di omaggiare Bowie. Il che va benissimo. Ma usare Lazarus per ripercorrere, a titolo evocativo, la vita di David Robert Jones nei suoi punti cruciali, ha creato confusione nel pubblico. Ci trovavamo di fronte a Lazarus? O a un suo libero adattamento? In più, tale decisione è agli antipodi della poetica di Bowie: il quale trasfigurava in metafore o personaggi suoi precisi stati d’animo per sublimarli.

L’omaggio a Bowie deve lasciar parlare la sua arte. Cosa che questo adattamento di Lazarus non ha realizzato, diversamente da due anni fa, mostrando la vicenda di un uomo che nulla ha di alieno. Scompare la metafora di questo mondo come dimensione da attraversare, a favore di uno stato mentale allucinato, che rende Newton isolato, incline alla dipendenza da alcol e forse incapace di salvarsi.

Manuel Agnelli, nei panni del protagonista e interpretando i brani di Bowie, non ne ha fatto un’imitazione. Ha cercato una chiave che potesse andare bene per le sue corde artistiche, senza distanziarsi troppo dall’originale. In alcuni punti, però, la voce non è risultata adeguata all’andamento musicale. A tratti, è parso più un visitatore di Newton che un suo interprete.

Molto brava Casadilego, con una voce chiara, ben educata e mai sopra le righe.

Doti che, purtroppo, non hanno consentito a questo Lazarus di restituirci la visionarietà, il coraggio, lo spirito originari di Bowie.

Pierluigi Pietricola

Ultima modifica il Martedì, 10 Giugno 2025 08:05

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