di Goffredo Parise
con Carla Chiarelli e Fabrizio Parenti
regia: Franco Parenti
Milano, Crt, Salone, dal 30 gennaio al 18 febbraio 2007
L’amore al microscopio. Scomposto nei suoi elementi primi e irriducibili, ricostruito nella sua evoluzione biologicamente immutabile, ricondotto all’essenza di condizione impossibile. Goffredo Parise scrisse L’assoluto naturale dopo la rottura con la moglie Maria Costanza Speroni, trasformando l’elaborazione del lutto amoroso in un’operetta morale degna del suo lucido spirito critico. E della sua superba ironia. Ci volevano due teatranti colti e spericolati come Carla Chiarelli e Fabrizio Parenti, marito e moglie anche nella vita, per portarlo in scena (prima di loro Morioni e Montagnani, poi Lombardi e Guzzanti).
Sono l’Uomo e la Donna, ovvero ragione contro istinto, forza delle idee contro potenza della natura. La loro incomparabilità prende vita su una verde erbetta sintetica, tra un’alcova che si trasforma e un amante costruito con pacchetti da shopping compulsivo. Un dialogo spietato e pieno di grazia condotto con chirurgica precisione, citando Woody Allen e Marco Ferreri. Ci si diverte in un’acida sophisticated comedy, si tiene in azione il cervello in un esercizio perfettamente congeniato.
Prossime date dal 12 al 15 aprile, Teatro Due di Parma.
Sara Chiappori
Mentre la Fandango libri diffonde I movimenti remoti, sperimentale e visionario manoscritto di Goffredo Parise, grande è il nostro entusiasmo per un suo resto di teatro, il più significativo, L’assoluto naturale del 1968, che, nella chiave sfoltita e dinamica di una regia di Fabrizio Parenti, è una bellissima riscoperta, all’altezza di match linguistici e inesorabili di Pinter, Blanchot o Fosse. Ha l’aria di un apologo scientifico ed etologico in un laboratorio di erba sintetica, di manipolazioni pubblicitarie e di atlanti leonardeschi, lo spettacolo (del Crt) che lo stesso Parenti e Carla Chiarelli somatizzano impersonando le fasi di un’unione tra un Uomo e una Donna, rapporto che Parisi attinse da una disavventura personale, con la stimolante coincidenza, qui, che gli interpreti fanno ditta sulla scena e nella vita. Nel confronto perdente tra la coscienza maschile e l’istinto femminile, strepitose le anatomie evocate da lei e le metafore di lui, che subirà il rito cannibalesco. E i due sono eclettici, ironici e devastanti con flemma da manuale.
Rodolfo Di Giammarco
Uno spettacolo tagliente
Milano, Crt Salone, dal 1 al 20 aprile 2008
Una sorta di «operetta morale», un' elegante disputa sull' essenza dell' amore, «L' assoluto naturale» di Goffredo Parise del 1963, portato in scena con lucida, acidula, comicità da Carla Chiarelli e Fabrizio Parenti che firma anche la regia, ha la freddezza di una dissezione anatomica dell' amore, l' ironia del pamphlet e l' amaro di un sentimento di terrore per le donne. I protagonisti, Donna e Uomo, con le armi del paradosso e del sarcasmo sono l' istinto e la ragione a confronto in una guerra senza esclusione di colpi che porta alla soppressione del più debole, l' uomo. Lei teorizza il realismo e l' istintualità della donna, l' insaziabile desiderio di essere posseduta e il naturale masochismo femminile, lui l' idealismo, la razionalità astratta, il rifiuto del possesso, il primato del sentimento. Su un fintamente idilliaco prato verde, tra un letto-ring, libri polverosi e un totemico automa simbolo dell' uomo che agisce e non pensa e al tempo stesso della smania di consumo, si disputa il duello tra Carla Chiarelli, che ben disegna una Donna dalla inesauribile forza dialettica, buffa e tagliente, determinata nella sua smania di possedere fino a fagocitare il partner, e Fabrizio Parenti, un Uomo burattinesco, comico e al fondo doloroso nella sua impotente paura della donna. L' insanabile conflitto tra passione e intelletto in uno spettacolo arguto e gradevole.
Magda Poli