Regia di Loredana Scaramella
Traduzione e adattamento Loredana Scaramella
Produzione Politeama s.r.l.
Interpreti (In ordine alfabetico)
Primo mercante, Guardia DONATO ALTOMARE
Una Ragazza Leggera LARA BALBO
Professor Pinza,esorcista GIULIO BENVENUTI
Solino, Duca di Efeso GABRIO GENTILINI
Luciana BETTA MANDALARI
Balthazar, mercante ROBERTO MANTOVANI
Antifolo di Efeso MATTEO MILANI
Dromio di Siracusa LUCA NENCETTI
Angelo, orafo IVAN OLIVIERI
Emilia, Badessa a Efeso LOREDANA PIEDIMONTE
Adriana CARLOTTA PROIETTI
Egeone, mercante di Siracusa CARLO RAGONE
Luce LAURA RUOCCO
Antifolo di Siracusa MAURO SANTOPIETRO
Cantante caffè, TONI SAPIO
Secondo mercante ANTONIO TINTIS
Dromio di Efeso FEDERICO TOLARDO
Musicisti
chitarra DANIELE DE SETA
violino ADRIANO DRAGOTTA
clarinetto ELEONORA GRAZIOSI
batteria DUCCIO LUCCIOLI
contrabbasso STEFANO MARZOLLA
Movimenti di scena ALBERTO BELLANDI
Coreografie LAURA RUOCCO
Musiche originali MIMOSA CAMPIRONI
Collaborazione agli arrangiamenti ADRIANO DRAGOTTA
Costumi SUSANNA PROIETTI
Scene FABIANA DI MARCO
Aiuto regia FRANCESCA VISICARO
Aiuto coreografo GIULIO BENVENUTI
Disegno luci UMILE VAINERI
Sound designer DANIELE PATRIARCA
Roma – Gigi Proietti Globe Theatre Silvano Toti
Dal 15 al 31 Luglio 2022
È sempre una gioia vedere un classico a teatro che non ha aloni di polvere e non sa di vecchio, che non è insapore; che non è pallido ma vivace; che parla a noi come se quelle battute e il loro autore appartenessero ai nostri giorni e, invece, quale sorpresa? la loro epoca è di secoli e secoli fa.
Merito della grandezza del classico, questo è fuori discussione. Ma la regia, in tal caso, gioca un ruolo fondamentale.
E allora proviamo ad immaginare una Commedia degli errori di Shakespeare da riproporsi oggi, mantenendo lo spirito ironico di cui è pervasa dall’inizio alla fine, la vivacità, il ritmo, la buffoneria dei personaggi mai dissociata da una loro innocenza di fondo. Come possiamo sentire questo materiale narrativo vicino a noi, in un’epoca in cui tutti sono diventati tremendamente seriosi e si è persa la dimensione del gioco e del ridere innocenti?
Loredana Scaramella ha avuto un’intuizione eccezionale: ambientare questa pièce di Shakespeare negli anni Venti, in una Efeso immaginaria; e di farla procedere sul palco a ritmo di charleston, in un caffè di strada che è il crocevia di molte vicende umane. Fra queste, la più spiritosa: due gemelli separati a causa di un fato impietosamente spiritoso, che si trovano inconsapevolmente nello stesso luogo e a vivere l’uno la situazione dell’altro nulla comprendendo, nulla immaginando.
Qui scatta la comicità in chiave moderna: preservando lo spirito dell’equivoco tipico di Shakespeare e anche di certi meccanismi della commedia dell’arte, ma facendo interpretare tutto questo materiale drammaturgico non a maschere né a caratteristi, ma a personaggi.
Nella rilettura di Scaramella, Antifolo e Dromio, suo servitore, divengono personaggi da circo, fuoriusciti da una comica di Chaplin o di Laurel e Hardy. Nulla condividono della maschera o del personaggio caratterista. E sia ringraziato il cielo! Così Shakespeare, finalmente, torna a respirare e a riappropriarsi di quella leggerezza ed ironia che gli sono state sottratte da pluridecennali riletture intelettualistiche, affidate solo alla ragione e per niente allo spirito.
Meravigliosa si è rivelata l’interpretazione di Mauro Santopietro (Antifolo di Siracusa) e di Matteo Milani (Antifolo di Efeso). Entrambi con un senso straordinario del ritmo e della fantasia, nei ruoli, davvero encomiabile. E poi che dire del loro stile attoriale: equilibrio fra recitazione fisica e verbale, una modulazione vocale mai forzata ma sempre spontanea pur non essendo realistica (che gioia!).
Straordinari sono stati anche Luca Nencetti (Dromio di Siracusa) e Federico Tolardo (Dromio di Efeso): due Charlot eleganti e divertentissimi, a tratti teneri e malinconici, raffinatamente perfidi all’occorrenza.
Che meravigliosa Commedia degli errori! Un evento lieto da correre a vedere per gli spiriti di ogni età.
È grazie a regie così, dove generi e stili si mescolano tra loro contaminandosi e perfezionandosi, che Shakespeare finalmente lo riscopriamo, come diceva Jan Kott, nostro contemporaneo.
Pierluigi Pietricola