di Gianfranco Quero e Paola Lucchesi
Regia di Gianfranco Quero
Introspezioni musicali: Katia Pesti
Audio e Luci: Orazio Berenato
Interpreti: Orlando Caratozzolo, Martina Chillemi, Donatella Del Mastro, Franca De Pasquale, Samuele Di Novo, Mariacecilia Laganà, Paola Lucchesi, Mariacarla Minasi, Annamaria Siracusa. Un grazie a Margherita Smedile
Produzione: Teatro dei Naviganti
Magazzini del Sale 17- 18 giugno 2025. Horcynus Orca: 22 giugno
Strozzate Così è (se vi pare) di Pirandello e Come vi piace di Shakespeare: otterrete Come ci pare e piace. Titolo d’uno spettacolo architettato da Paola Lucchesi e Gianfranco Quero, quest’ultimo pure regista, nonché ideatore d’un seminario cui vi hanno preso parte un gruppo di personaggi, meritevoli di andare in scena ai Magazzini del Sale, unico spazio di Teatro off di Messina. Sette donne e due uomini, vestiti con abiti colorati, cappellini, fiocchi o coroncine in testa che accolgono gli spettatori, come in una sorridente foto di famiglia, con uno scrosciante battimano, senza aspettare d’essere loro applauditi. Fingono d’essere dei fantasmi, delle figure sognanti, libere di esprimersi e muoversi come meglio gli piace, senza infingimenti o inibizioni. Sembrano gli “Scalognati" pirandelliani de I giganti della montagna guidati dal mago Cotrone, qui raffigurato, forse, da Orlando Caratozzolo con tuba nera in testa, giacchetta bianca e scarpe rosse, che hanno scelto di vivere in un posto qualunque, rifugiandosi dalla realtà e dedicandosi a sogni e fantasie. Le parole, si sa, contengono verità e artifizi e dunque è facile slittare da Pirandello a Shakespeare, trovarsi per incanto nella foresta di Arden, lì dove un giovane gentiluomo di nome Orlando s’innamora di Rosalinda che per una serie di ostacoli scapperà via insieme alla cugina Celia, entrambe travestite da uomo, dandosi il nome di Ganimede la prima, di Aliena la seconda. Ma sono solo momenti perché il mondo è un palcoscenico e la vita è una triste buffoneria. Ne sa qualcosa Gianfranco Quero che entrando in scena redarguisce bonariamente il gruppo degli attori appellandoli “mascherati” e/o “pagliacci”. Ma è così che si fa il Teatro, travestendosi, vivendo la vita d’altri rimanendo sempre se stessi, con le proprie gioie e dolori, magari danzando al ritmo del 2° valzer di Shostakovich e allontanare per alcuni istanti la coazione a ripetere della vita. Poi sempre lo stesso Caratozzolo, quasi come un direttore d’orchestra, dando dei colpi di bastone sul parterre dirà d’essere il “portiere dell’Inferno”, inviterà i presenti a farsi avanti, impersonando ognuno, come in un gioco, quei personaggi cui si sentono più attratti, come meglio pare e piace a loro, appunto. Non s’intravedono i Laudisi, i coniugi Ponza con la signora Frola, protagonisti di quel giallo pirandelliano Così è (se vi Pare), che nessuno riuscirà a risolvere, ma ne appariranno altri, come Riccardo III carico di prosopopea quello di Mariacecilia Laganà, affermare che per la sua salvezza è pronto a regalare il suo regno. Ecco poi lo Iago con cappellino in testa quello di Donatella Del Mastro, che tout court afferma, mentendo spudoratamente, che Desdemona è l’amante di Cassio, ma la verità vera è che quest’ultimo è stato nominato luogotenente al suo posto giusto da Otello, che pare vada a letto anche con sua moglie (quella di Iago intendo). Giunge po’ trafelato l’Enrico IV di Pirandello con corona in testa quello di Mariacarla Minasi, immortalato in passato da Salvo Randone, scegliere di restare, da guarito, nella sua lucida pazzia, per far dispetto ai suoi impomatati amici e alla sua amata donna, la marchesa Matilde di Spina. Adesso è la volta di Leone Gala de Il giuoco delle parti, atteggiarsi a cinico filosofo quello di Martina Chillemi in lunga veste bordeaux, avere davanti una stupida moglie di nome Silia, stritolata come un vaso di coccio dal marito e dal suo amante Guido Venanzi. Arrivano pure Macbeth e la sua lady agghindata di nero, rispettivamente Samuele Di Novo e Annamaria Siracusa, incapaci di togliersi dalle mani le persistenti macchie di sangue delle loro tante vittime. «Siamo pupi – affermano - e ogni pupo vuole il suo rispetto». Da non dimenticare una magnifica Franca De Pasquale con i suoi etici pistolotti e le musiche di Katia Pesti che affiorano in vari momenti d’uno spettacolo monto applaudito, certamente da non mancare. Gigi Giacobbe