Drammaturgia e Regia Angela Di Maso
Con
Massimo Finelli, il signor Law
Patrizia Eger, Rose Portman
Giuseppe Cerrone, Eric Portman
Elementi scenografici Armando Alovisi
Disegno luci Cesare Accetta
Tecnico luci Cinzia Annunziata
Costumi e make-up Alessandro Varriale
Grafica Ex Studio
Produzione Itinerarte
Napoli, Teatro Elicantropo 28 aprile – 1 maggio 2016
Sagome di scatole a sorpresa, giocattoli e bambini che gattonano, fino a muovere i primi passi veri e propri; le lancette, il segno del tempo che scorre scandito da una melodia beffarda. Immagini in bianco e nero (di una luminosità debole) che, scorrendo sullo sfondo, turbano appena l'oscurità in cui è immerso il proscenio del Teatro Elicantropo.
Tutto questo ci introduce all'atmosfera grottesca de Il Catalogo, opera scritta dalla musicista e drammaturga Angela Di Maso, che cura anche la regia.
Subito dopo quello che potremmo definire un prologo o una sigla di apertura, la scena si illumina sul personaggio del signor Law (un bravissimo Massimo Finelli), che - con sorriso da Joker e aria da guitto - accoglie nel suo ufficio i due protagonisti, Eric e Rose Portman (interpretati da Giuseppe Cerrone e Patrizia Eger). L'ambiente è, non a caso, svuotato, in quanto (come spiegato dal cerimonioso signor Law) l'azienda si sta trasferendo in una nuova sede. Convenevoli, moine, modi di fare compiacenti: appare subito chiaro che l'intento di Law sia vendere qualcosa ai coniugi Portman.
Dopo le prime battute, l'ironia di questo abile e inquietante affabulatore si fa subito cinica: il veleno sparso come nube tossica dalle sue parole non tarda a rivelare l'oggetto della trattativa, la mercanzia che marito e moglie intendono acquistare a qualunque prezzo. Essi non sono che una delle tante coppie impossibilitate ad avere figli: il cancro contro cui essi combattono non è solo il male fisico che li ha resi sterili, ma anche la burocrazia che – con le sue lungaggini – spesso si trasforma in ostacolo al sogno della genitorialità.
Ecco entrare in gioco il sadico Law, portavoce di un'azienda specializzata nel "procurare" bambini a chi non può averne. Un catalogo è il prodotto in vendita, ovvero la vasta gamma tra cui scegliere il figlio dei propri sogni. Capelli rossi e occhi azzurri, che sia bello, abile nello sport e campione di scacchi: ecco l'aspirazione massima di Rose Portman, ciò che garantirebbe un futuro a se stessa e al suo matrimonio.
Law, diabolicamente, fa leva su sentimenti e speranze che conosce. Egli irride i Portman e li offende con cattiveria sfrontata, parlando di matrimoni fra uomini che «ricordano di avere l'uccello solo quando pisciano» e donne inutilmente grasse di ormoni. Il fallimento e la deriva di una famiglia sono le verità che Law sbatte in faccia alla coppia, che crolla vittima di una studiata trappola psicologica.
Improvvisamente i ruoli si ribaltano. Law, dapprima perfido protagonista, diventa spettatore: a vomitarsi veleno in faccia sono i Portman, ormai devastati. Eric non vorrebbe scendere a patti con un'azienda che propone un patto eugenetico e mostruoso; sua moglie Rose, invece, è disposta a tutto perché si sente ella stessa causa delle sue frustrazioni. La donna non vuole altro che il catalogo, consapevole di non poter ottenere la salvezza se non scegliendo il proprio bambino.
I coniugi Portman escono dalla piece distrutti: sghignazzando, il signor Law disegna sulle loro facce lo svuotamento affettivo che circonda l'umanità. Quella sterilità dei sentimenti, prima che fisica, che si pone al centro dello spettacolo scritto da Angela Di Maso. Al monologo conclusivo di Law è affidata l'amara verità dell'essere umano oggi: «Più voi soffrite, più io sono felice».
Il Catalogo è stato segnalato tra le Opere Migliori al Concorso di Drammaturgia Nazionale 2015 "Donne e Teatro" ed edito dalla Casa Editrice Romana Borgia.
Giovanni Luca Montanino