liberamente tratto dal Decameron di Giovanni Boccaccio
con Stefano Accorsi, Salvatore Arena, Silvia Briozzo, Fonte Fantasia, Mariano Nieddu, Naike Anna Silipo
adattamento teatrale e regia di Marco Baliani
drammaturgia Maria Maglietta
scene e costumi Carlo Sala
disegno luci Luca Barbati
produzione Nuovo Teatro in collaborazione con Fondazione Teatro della Pergola
Cortona, Teatro Signorelli, 4 e 5 febbraio 2015
Decamerone: il pulmino di una troupe, tra risa e applausi.
È un po' una troupe di "nuovi comici della Commedia dell'Arte", che attraverso un gioco meta-teatrale, padroneggiando il repertorio comico come quello tragico, ci racconta e mette in scena una scelta di novelle del Decameron.
La scena è monopolizzata dall'inizio alla fine da un pulmino – il carro di Tespi dei nostri giorni -, anche vero e proprio luogo teatrale delle vicende sceniche, diventando a seconda la dimora di Calandrino o di Arimino o degli altri personaggi portati in scena.
Stefano Accorsi è quello che i suoi compagni chiamano "Maestro", quindi lo possiamo vedere come il capocomico della troupe, composta da un gruppo di artisti dalle capacità eccellenti che, come lo stesso Accorsi, sono perfettamente in linea con i veloci ritmi drammaturgici e si dimostrano a loro agio a recitare nella lingua boccacesca, passando con destrezza dal dialetto toscano a quello siciliano o bolognese, riuscendo a trasformare l'antico linguaggio in un idioma fresco e corrente. Salvatore Arena, Silvia Briozzo, Fonte Fantasia, Mariano Nieddu e Naike Anna Silipo, sono questi i nomi di coloro che, con Accorsi, illuminano la scena, fungendo sia da cantastorie che da protagonisti.
Le novelle narrate sono sette e si va dalla divertentissima quinta novella della settima giornata, dove il gelossissimo Arimino viene infine cornificato dalla bellissima moglie; fino ad arrivare a storie più tragiche, come quella – la prima della quarta giornata - che narra la vicenda di Tancredi e Ghismunda. Si tratta un po' del "Romeo e Giulietta" del Decamerone, visto che i due amanti Guiscardo e Ghismunda, saranno costretti alla morte, vittime della gelosia del padre della ragazza, Tancredi.
Le diverse scene sono intermezzate dagli episodi di vita della compagnia stessa, i cui componenti, insieme al loro mestiere, devono provvedere ai problemi quotidiani legati all'essere artisti e alle incombenze di tutti i giorni, come quella di preparare un piatto di pasta, che sarà pronto solo alla fine dello spettacolo.
Una scenografia essenziale ma esauriente, insieme a un'ottima performance attoriale e a una regia ben congegnata, fa di questo Decamerone una piacevole messinscena, capace di accaparrarsi risa e applausi.
Stefano Duranti Poccetti