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L'isola degli schiavi, commedia scritta da Pierre de Marivaux nel 1725, ha trovato nella regia della britannica Irina Brook una versione moderna, coinvolgente e divertente pur mantenendosi fedele alle tematiche care al drammaturgo parigino. La trama è nota: Trivellino, governatore dell'utopica Isola degli Schiavi, impone ai naufraghi Ificrate ed Eufrosina, i padroni, e ad Arlecchino e Cleante, loro schiavi, di scambiare tra di loro i nomi ed i ruoli per riconquistare il diritto di potere tornare alle loro vite. Lo scambio è richiesto non per un mero divertissement carnevalesco, ma per far riflettere i quattro sulle loro azioni vessatorie e sui loro sentimenti vendicativi nei confronti degli altri. La versione portata in scena dalla Brook mantiene il messaggio profondo del testo ricorrendo ad una serie di situazioni comiche e soprattutto grazie a cinque attori ispirati ed eclettici. Su tutti emergono Martin Chishimba, capace di spunti da vero mattatore, ed Elena Gigliotti. Benché lo spettacolo sia sospeso su più registi è quello comico ad offrire al pubblico i momenti più convincenti. Allo stesso modo dal punto di vista attoriale il gesto e la mimica si sovrappongono con efficacia alla parola. Se l'inizio della commedia ha una certa lentezza e se i punti maggiormente seriosi paiono a volte recitati con qualche forzatura, è la componente comica quella che sfrutta appieno le potenzialità della regia, davvero sapiente, e dell'azione scenica. L'allestimento del testo di Marivaux ha trovato una convincente realizzazione nella regia di Irina Brook e nella eccellente interpretazione dei cinque attori impegnati sul palcoscenico.

Gabriele Benelli