spettacolo in due tempi di Eugenio Monti Colla
liberamente tratto dall'omonima fiaba dei Fratelli Grimm
regia: Eugenio Monti Colla
musica: Danilo Lorenzini
scene: Franco Citterio
costumi: Eugenio Monti Colla e Cecilia Di Marco
registrazione musicale: Musicisti del "Fiando Ensemble"
direttore: Danilo Lorenzini
luci: Franco Citterio
direzione tecnica: Tiziano Marcolegio
i marionettisti: Franco Citterio, Mariagrazia Citterio, Piero Corbella, Camillo Cosulich, Debora Coviello, Cecilia Di Marco, Tiziano Marcolegio, Pietro Monti, Sheila Perego, Giovanni Schiavolin, Paolo Sette
voci recitanti: Loredana Alfieri, Marco Balbi, Roberto Carusi, Carlo Decio, Lisa Mazzotti, Roberto Pompili, Gianni Quillico, Franco Sangermano
e con Anna Campanile, Arianna Cimmino, Joasie approfondita a Genovese, Bianca Montobbio, Laura Maria Pezzella, Lorenzo Schiavolin
regia: Eugenio Monti Colla
produzione: Associazione Grupporiani Milano, NEXT Laboratorio delle idee Regione Lombardia
Milano, Piccolo Teatro Studio Melato dal 27 dicembre 2017 al 7 gennaio 2018
Nell'attuale mondo supertecnologico, in cui grandi e piccoli si muovono con difficoltà proporzionali all'età, fa bene ogni tanto staccare la spina che ci vede asserviti a un universo di oggetti divenuti così essenziali che sembra non si possa viverne senza per ritornare a un passato da molti giudicato obsoleto.
Tale miracolo è possibile contemplando uno spettacolo di marionette della Compagnia di Eugenio Monti Colla (Milano 1939-2017) recentemente scomparso nel pieno di una fulgida attività amata, instancabilmente approfondita fin nei minimi dettagli e trasmessa con così appassionato entusiasmo giovanile da trascinare collaboratori e spettatori di tutte le età: un'eredità destinata a svilupparsi se chi raccoglie il testimone saprà dedicarsi con altrettanta dedizione e rinnovato ardore alla salvaguardia di questo patrimonio culturale di eccellenza.
La tradizione delle marionette - retaggio antico attraverso cui si diffondono in modo ludico cultura e attualità - va dunque goduta liberando la fantasia dal giogo di impicci, impedimenti e condizionamenti e lasciandola correre libera senza barriere in modo che giovani e adulti trovino o ritrovino dialogo e comprensione.
Questa singolare preziosità è stata colta dal Piccolo Teatro, istituzione di eccellenza a livello mondiale, che si è fatto attento sostenitore di questo settore ospitandone annualmente due lavori.
Tale consuetudine si rinnova oggi con Hänsel e Gretel, una tra le numerose fiabe (diverse dalle favole che non hanno contenuto magico e dalle leggende la cui peculiarità è il mito) classiche della tradizione germanica messe per iscritto in lingua tedesca dai fratelli Grimm (Jacob e Wilhelm Grimm nati ad Hanau rispettivamente nel 1785 e nel 1786 e scomparsi Berlino nel 1863 e nel 1859) laureati in diritto, linguisti e filologi interessati al problema della lingua e dell'unità in una nazione frantumata.
Si tratta della notissima storia dei due fratellini che in uno dei tanti periodi di carestia dei millenni scorsi vengono per povertà estrema destinati a essere emarginati dalla società e abbandonati nel bosco, fatto non raro e rispondente a situazioni reali di pregiudizi, ignoranza e miseria estrema come dimostrano i neonati in diversi modi esposti nei secoli o i bimbi lasciati in tenera età ai margini delle foreste e accolti da animali (indimenticabile al riguardo il celebre film L'enfant sauvage di François Truffaut il quale nel 1970 racconta di Victor, ritrovato in un bosco dell'Aveyron, che mette in crisi le certezze illuministe) o cresciuti come animali.
Fin qua una situazione reale che nel caso di Hansel e Gretel si complica con la scoperta da parte dei due sfortunati fanciulli della famosa casetta di marzapane che al di là delle apparenze positive nasconde il male e il rischio di essere mangiati dalla strega.
Anche se qualcuno ipotizza che questa megera adombrerebbe il caso reale di una ragazza che vivendo in solitudine ai limiti di un bosco è falsamente sospettata di stregoneria - si sa che nel passato bastava poco per accusare una donna di arti magiche condannandola come strega - e tralasciando lo spirito satiricamente caustico di Una modesta proposta di utilizzare i bimbi poveri irlandesi per sfamare i ricchi stilata dallo scrittore e poeta irlandese Jonathan Swift (Dublino 1667-1745), certo è che l'uomo non è stato esente da cannibalismo soprattutto nei periodi di carestia estrema.
Non sono peraltro altrettanto gravi il cannibalismo morale, i maltrattamenti e il male che si fanno agli altri?
Eugenio Monti Colla ha adattato la trama facendo della matrigna, nel passato sempre con una connotazione pessima, una figura positiva e lasciando a un altro personaggio il compito di essere crudele e ha fatto di Hansel un ometto prudente e responsabile anche nei riguardi della sorellina in una natura non ostile, rendendo la fiaba dei Grimm un racconto reale e possibile, metafora del quotidiano in cui bene e male si alternano in un ciclo continuo, a volte confondendosi.
Resta l'infido inganno degli adulti nei confronti dell'innocenza infantile che se armata di intelligente coraggio potrà superare situazioni di estremo pericolo, il tutto reso con dovizia di raffinati e dolcissimi particolari che restituiscono la schiettezza delle favole del passato con funzione didascalica
Uno spettacolo di grande suggestione con personaggi e scenografie entusiasmanti capaci di suscitare meraviglia negli spettatori grandi e piccoli con un messaggio positivo e non retorico: fare uso delle proprie forze per vincere le avversità.
Wanda Castelnuovo