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JUNGLE BOOK - regia Robert Wilson

"Jungle Book", regia Robert Wilson. Foto Lucie Jansch "Jungle Book", regia Robert Wilson. Foto Lucie Jansch

da “Il libro della giungla” di Rudyard Kipling
una creazione Théâtre de la Ville – Paris
Regia, scene e luci Robert Wilson
Musica e testi CocoRosie
Costumi Jacques Reynaud
Co-regia Charles Chemin
Collaborazione alla scenografia Annick Lavallée-Benny
Collaborazione al disegno luci Marcello Lumaca
Collaborazione alla creazione dei costumi Pascale Paume
Sound designer Nick Sagar. Make up design Manu Halligan
Direzione musicale: Douglas Wieselman
Interpreti: Valia Beauvieux (La Scimmia & Il Cacciatore), Heza Botto (Shere Khan La Tigre),
William Edimo in alternanza con Gaěl Sall (Babbo Lupo), Naïs El Fassi (Tabaqui Lo Sciacallo,
Messua La Madre Di Mowgli e Kaa Il Serpente), Yuming Hey (Mowgly), Laetitia Lalle Bi Bénie (Hatie L’elefante),
Nancy Nkusi (Raksha Mamma Lupo), Olga Mouak (Bagheera La Pantera), François Pain-Douzenel (Baloo L’orso)
Musicisti: Vincent Leterme, Asya Sorshneva, Tez, Douglas Wieselman
Produzione: Théâtre de la Ville (Paris - FR) in coproduzione con Les Théâtres de la Ville de Luxembourg (Luxembourg - LU),
Les Nuits de Fourvière - Festival international de la Métropole de Lyon (Lyon – FR), Düsseldorfer Schauspielhaus (Düsseldorf – DE),
Manchester International Festival (Manchester – UK), Teatro della Pergola (Firenze - IT), deSingel (Antwerp – BE),
Festspielhaus St. Pölten (St. Pölten – AT) in collaborazione con EdM Productions, Elisabetta di Mambro
Robert Wilson è rappresentatpo esclusivamente da RW Work, New York www.robertwilson.com
Sopratitoli a cura di Prescott Studio®.Teatro della Pergola, Firenze dal 3 al 6 febbraio 2022

www.Sipario.it, 8 febbraio 2022

Vedere uno spettacolo di Bob Wilson è come entrare in una sorta di Eden. Un mondo dove gli uomini e gli animali formano un solo universo. Le storie, anche se in un primo momento possono sembrare incomprensibili, ti conducono lentamente e gradualmente in luoghi a te sconosciuti che hai forse immaginato o soltanto sognato e avverti poi di farne parte perché ti hanno lasciato addosso qualcosa che ricorderai sempre, una polverina incantata direi che ti fa star bene tornando a casa. Lo spettacolo, com’è nel suo stile, comincia già quando entri in Teatro e scorgi sul sipario chiuso qualcosa che serve da introibo a ciò che vedrai poi. Come accade in questo Jungle book tratto da Il libro della jungla di Rudyard Kipling e messo in scena al Teatro della Pergola che lo produce assieme al Théâtre de la Ville e altri partner, in cui la grande tela sembra un quadro informale di scuola rauschenberghiana, tutto azzurro con macchie di rosso e di giallo e una grande scritta: “Jungle”. Dietro il quale,, come in un avanspettacolo, appare la faccia simpatica dalle grandi orecchie bluette di Laetitia Lalle Bi Benie che impersona l’elefante Hatie e che presenta in sequenza i suoi colleghi: Heza Botto (la tigre Shere Khan), William Edimo in alternanza con Gaěl Sall, (Babbo lupo), Nancy Nkusi (Raksha mamma lupo), Olga Mouak (l’elegante pantera Bagheera in velluto nero), Jo Moss ( la scimmia e il cacciatore), Naïs El Fassi ( lo sciacallo Tabaqui , Messua la madre di Mowgli e Kaa il lungo serpente giallo), Francois Pain-Douzenel (l’orso Baloo in costume scozzese) e infine Yuming Hey (un Mowgly più adulto di come ce lo ricordavamo dai cartoni di Walt Diasney e in altri film, qui con short e canottiera accollata di colore rosso). Attorno al quale, come si sa, ruota la sua storia da quando arriva nella jungla indiana (sintetizzata qui da Wilson con dei bassi triangoli appuntiti seminati sul palcoscenico e da grandi foglie in bianco e nero che si stagliano sul fondo) dove è adottato dai lupi con la speranza di trovare una vera famiglia. La tigre, con camicia arancione e artigli rossi se ne sta distesa su una dormeuse, si sente evidentemente la più forte, mentre dall’alto spicca la scritta “Exit” e più in là un canestro e un pallone da basket. Immagini pop che si combinano con la giocosità delle musiche dei CocoRosie dalle sorelle Sierra e Bianca Casady, un misto di brani rock e folk con influenze hip hop, eseguite dal vivo dai bravi musicisti Vincent Leterme, Asya Sorshneva, Tez, Douglas Wieselman, cantate e danzate dall’intero cast da sembrare lo spettacolo un musical, in realtà un teatro con musiche, come già nei precedenti Wings on Roch e Peter Pan. É stato lo stilista Pierre Bergé amico di Wilson a suggerirgli di realizzare Jungle book, ri-creando così nuove visioni che arricchiscono sempre di più la sua arte attraverso un sapiente uso delle luci e un originale senso della scena che non ti aspetti, vista qui attraverso gli occhi d’un bambino. Uno spettacolo che spiega il genio di questo artista texano di Waco, unico nel panorama internazionale alle prese questa volta con degli interpreti formidabili di varia provenienza ed etnia, per cantare alla fine un sonetto alla tolleranza che parla a tutti. E se Mowgli dopo aver conosciuto i suoi probabili genitori, il padre col fucile e la madre il cui viso, per magia dei laser di Wilson cambia di colore dal rosso al verde al bianco, decide di starsene nella jungla, i motivi potrebbero sconfinare nella politica, nell’etologia, nell’ecologia e in tutti quei bla...bla…bla che non interessano a Wilson perché il suo teatro rifugge da ogni forma di naturalismo, trovando la psicologia noiosa, non volendo mai interpretare il suo lavoro perché a lui i fucili non sono mai piaciuti e se dovesse identificarsi in un animale sceglierebbe di essere un cervo. Ho visto lo spettacolo, stranamente questa volta di soli 75 minuti, alla terza replica di sabato sera in un teatro della Pergola pienissimo in tutte le sue poltrone con gli spettatori festanti che alla fine non finivano di applaudire, tutti con mascherina e passati al green pass.

Gigi Giacobbe

Ultima modifica il Martedì, 08 Febbraio 2022 18:07

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