di Tommaso Santi
scene Lorenzo Banci
costumi Leo Kulaš
progetto luci Roberto Innocenti
musiche Arturo Annecchino
con Andrea Bacci, Valentina Banci, Monica Bauco, Francesco Borchi, Elisa Cecilia Langone, Mauro Malinverno, Fabio Mascagni
regia Paolo Magelli
14 ottobre, Teatro Fabbricone, Prato
UN'ISOLA DI ANIME OFFUSCATE DALLA NEBBIA
Le suggestive scenografie di Lorenzo Banci invadono il Teatro Fabbricone
Una tempesta, una tempesta di parole storpiate, di anime in cerca di qualcosa che non conoscono, di corse attorno ad un'isola fantasma. Un'isola (da qui il titolo) che ricorda la Pacific Trash Vortex - l'enorme accumulo di immondizia che galleggia nel Pacifico – e che diventa l'unica forma di salvezza per un gruppo di sette persone che si ritrovano sole sopra un gommone in mezzo al mare. Sono vittime di un incidente di una nave da crociera: un autoritario leader (Mauro Malinverno), una cantante (Monica Bauco), un macchinista orgoglioso di far parte della classe operaia (Andrea Bacci), una vedova snob e il suo nuovo amante (Elisa Cecilia Langone e Francesco Borchi), un borghese spudorato e la sorella (Andrea Mascagni e Valentina Banci), l'unica cosciente di quello che sta succedendo. Se non hanno fame, sete e non provano nessun istinto sessuale è perché c'è qualcosa di spaventoso che li ha colpiti. Da quaranta giorni (evidente il riferimento biblico), come ripete spesso il personaggio della sorella che conta le giornate facendo nodi al suo foulard, vagano in mezzo al mare nell'attesa che qualcuno li salvi, ma nessuno sembra sentirli. Voci lontane arrivano, ma solo nella mente ormai malata dei protagonisti, che si sentono costretti a far esplodere queste voci attraverso le loro stesse urla. A volte gli attori della compagnia toscana abusano di questa soluzione, forse finalizzata a scuotere il pubblico in sala di fronte alla morte della cultura cui assiste tutti i giorni. Di ciò viene fatta una citazione quando il più cinico del gruppo butta in mare i libri di colui che chiama "lo scempio", cioè l'operaio. Nell'Italia di oggi non c'è spazio per la letteratura o per la filosofia, e la pazzia forse è l'unica soluzione per svegliare gli spettatori dal loro torpore. La pazzia, però, non deve essere fine a se stessa, ma costruttiva. È un esempio Mauro Malinverno "sempre ostinatamente controcorrente" (come si definisce il suo stesso personaggio), forte nei furiosi monologhi tragicomici e quando pieno di fango si ritrova ad essere venerato come una divinità. Ciò dimostra che la società è pronta a santificare chiunque e qualsiasi cosa, pur di uscirne puliti. Interessante pure l'interpretazione di Valentina Banci, dall'intensa presenza anche nei momenti di silenzio. Da ammirare la loro capacità di trasformare le indicazioni di un regista "espressionista" come Paolo Magelli in creatività. Il rischio di diventare meccanici, artificiosi c'è, sta nella qualità di un attore evitare questo errore. Il testo di Tommaso Santi, originale rilettura della Tempesta di Shakespeare, è sicuramente molto attuale.
Sara Bonci