di Sabina Negri Calderoli
Regia di Renato Giordano
Con Carlo Delle Piane, Erica Blanc, e Sabina Negri Calderoli
Scene e costumi di Aldo Buti
Produzione Associazione Culturale La Pirandelliana
Milano, Teatro San Babila, 13 novembre 2008
Peccato che la regia di Renato Giordano non abbia colto in questo testo di Sabina Negri, "Ho perso la faccia", la carica provocatoria, ironica, grottesca e assurda, nonché allegorica. Di fronte ad una storia come quella che la Negri ha impiantato (un chirurgo che viene lasciato dalla moglie si trova proprio al cospetto di colui che, dovendolo operare con un intervento di chirurgia estetica, risulta essere quel bel giovanotto, vanitoso, narciso e un po' gay, che gli porta via la moglie, si vendica con la complicità di un suo assistente, a operare chirurgicamente sul proprio viso e su quello del rivale, scambiandoli insomma, per sostituirsi a lui. L'idea drammaturgica della Negri, che vuol mettere in evidenza una società che ormai crede più all'apparenza che alla sostanza, genera tanti equivoci, quasi un vaudeville) la regia con la complicità dello scenografo Aldo Buti ha messo in piedi una macchina farraginosa di cambiamenti a vista con elementi scenografici molto astratti, geometrici, ripetitivi, che determinano una perdita di ritmo, di tensione, di atmosfere. Cambiamenti di scena, accompagnati da interventi musicali ispirati a scene di horror, anziché approfittare di musiche più in sintonia con lo spirito del testo che, anch'esse, allontanano dalla scrittura scoppiettante del linguaggio della Negri.
Inoltre, ad rendere meno coinvolgente lo spettacolo è l'uso di questi serpentelli di microfoni che si affacciano sulla bocca dell'attore che snaturano le singolari voci che entrano in campo. Infatti, c'è in scena una vera polifonia di voci, tutte caratterizzate dalla personalità degli interpreti. Si tratta di commedia di denuncia che richiede ritmo, veloce affabulazione, caratteri ben disegnati. Il cast, dove campeggia un Carlo Delle Piane che della sua "bruttezza" fa un segno di rara bellezza, di grande autoironia, segno sensibile intelligenza, è composto da una scatenata Sabina Negri, che, con la sua aria strampalata, smarrita, con quella voce grumosa che arriva dagli inferi, si mostra una valida interprete, da una altrettanto efficace Erica Blanc, che nella sua recitazione tiene annidato un temperamento da prima attrice. Anche l'assistente chirurgo di Piccardi conferisce alla compagine un singolare tassello di diversità recitativa. Bravi anche gli altri interpreti, che a volte tendono a andare sopra le righe compiacendosi del proprio personaggio. Applausi di un pubblico che, singolarmente, dovrà riflettere sulla personale vanità.
Mario Mattia Giorgetti