di Virginie Despentes
adattamento Valérie De Dietrich, Vanessa Larre
regia Vanessa Larre
con Anne Azoulay, Valérie De Dietrich, Barbara Schulz
Parigi, La Pépinière Théâtre, dal 2 ottobre 2014
Riadattato dall'omonimo testo di Virginie Despentes, King Kong Théorie ci offre uno spaccato della condizione femminile nei suoi aspetti più intimi e inconsueti. Ormai lontani dalle conquiste del femminismo qual è la condizione della donna oggi?
Attraverso la testimonianza in prima persona di tre donne di fronte ad una telecamera, come un documentario fittizio, si parla di stupro, di prostituzione. Con forza senza vittimismi. Passando nei territori nascosti della sofferenza della donna è possibile rivelare il legame esistente tra uno stupro e l'immagine iper sessuata veicolata dai media e dall'educazione perbenista. Non si tratta di una rivalsa sul piano uomo-donna, ma di una donna a cui lo status quo non piace. L'individuo può pretendere la libertà, ma non sarà facilmente libero dai modelli che vengono tramandati da generazioni. Il nostro sistema di credenze è costruito su un'organizzazione binaria difficile da sradicare.
La prima parte dello spettacolo è molto intensa, quasi brutale. Successivamente i toni si stemperano, il registro si fa più scherzoso e attraverso il gioco vengono derisi i codici sessuali della pornografia, l'educazione delle ragazze modello, la mito della maternità. Ottime le prestazioni delle attrici Anne Azoulay, Valerie de Dietrich e Barbara Schulz, ognuna con il proprio registro aggiunge un tocco personale, si sente la convinzione.
I costumi sono d'ispirazione feticista con calze a rete e completi in latex, abbinati a vestiti consumati del vestiario maschile, la combinazione ha un effetto grottesco. Una parodia della mercificazione spudorata del corpo della donna.
Il pubblico entusiasta. Un messaggio libertario coraggioso, finalmente una campana fuori dal coro, da diffondere!
Federica Sivieri