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HOW LONG IS NOW - ideazione e coreografia Michela Lucenti


 “How long is now” - ideazione e coreografia Michela Lucenti
 “How long is now” - ideazione e coreografia Michela Lucenti



ideazione e coreografia Michela Lucenti

musica originale eseguita dal vivo Julia Kent

script Maurizio Camilli

liriche Sara Ippolito

disegno luci Pasquale Mari

tecnicismi Francesco Traverso

danzato e creato da Maurizio Camilli, Andrea Capaldi, Ambra Chiarello, Francesco Gabrielli, Sara Ippolito, Chris Knight, Maurizio Lucenti, Michela Lucenti, Carlo Massari, Alessandro Pallecchi, Gianluca Pezzino, Emanuela Serra, Giulia Spattini, Chiara Taviani.
produzione Balletto Civile / Festival Bolzano Danza – Tanz Bozen / Fondazione Teatro Comunale di Ferrara / Fondazione Teatro Due con il sostegno di Centro Giovanile Dialma Ruggiero
Genova, Teatro della Tosse dal 31 ottobre al 2 novembre 2014

www.Sipario.it, 1 novembre 2014

How long is now non è solo uno spettacolo. È un progetto di ricerca promosso da Balletto Civile. Il tema: la vecchiaia, la percezione del tempo, i ricordi. Il collettivo, guidato dalla figura carismatica di Michela Lucenti, è formato da performer con competenze ed esperienze teatrali che spaziano dalla danza alla prosa, dalla lirica alla musica. Attori, danzatori e cantanti si mettono a disposizione di uno spettacolo che li comprende e si fa forte delle loro specifiche identità artistiche.

La pièce prevede due momenti distinti. La prima parte è il frutto della ricerca avvenuta all'interno del collettivo: una visione sulla natura temporale e mortale dell'essere umano. In scena il padre di Michela Lucenti dà corpo al personaggio di un anziano professore di fisica che, infossato in una poltrona bianca, si abbandona ai ricordi di una vita che danzano alle sue spalle.

I genitori giovani e innamorati si librano in un passo a due fatto di contatto e di fuga, di passione e di impazienza. Il ricordo del sesso e della giovinezza rivive nella fisicità prorompente dell'amante brasiliana tutta piume e maracas. Il seno della pachamama sfugge dal costume ad ogni balzo. La sua danza è un invito a godere della nostra natura terrena.

Due figure che sembrano emissari divini disturbano le visioni del passato del professore. Ribaltano la poltrona sulla quale siede e lo pongono di fronte al ricordo della morte prematura della madre che danza la sua caduta; alla figura di un militare tedesco che, nel ricordo del professore bambino, assume fattezze e movimenti che lo ridicolizzano e lo esorcizzano.

Il contatto del professore con il presente è la sua famiglia: la figlia e il nipote che, invece di fare ripetizioni di fisica col nonno, lo porta a fare un giro in moto. In una divertente pantomima il giovane si carica letteralmente il nonno sulle spalle. Gli presta il suo corpo, diventa la sella della moto su cui scivolare via.

Danze, parole, movimenti scenici, canzoni si incastrano in una struttura drammaturgica che, lungi dall'essere mero contenitore di diverse performance, trova nel linguaggio eterogeneo una risorsa per suscitare la parte più intima ed emotiva della platea.

La seconda parte dello spettacolo è il risultato di un laboratorio che il collettivo ha svolto insieme a tredici degenti presso la residenza per anziani Duchessa di Galliera. Ogni anziano in sedia a rotelle entra in scena accompagnato da un membro della compagnia. Sulle note del Bolero di Ravel, eseguite dal vivo dal violoncello di Julia Kent, i performer danzano intorno al proprio anziano e trovano con lui o con lei momenti di contatto, complicità, intimità. Le coppie si sostengono a vicenda, comunicano col corpo e con lo sguardo. Gli anziani, ognuno con le proprie capacità e sensibilità, diventano protagonisti consapevoli o meno di un lavoro teatrale.

L'effetto è disturbante. La fragilità degli anziani, i loro limiti fisici, le loro preoccupazioni incontrano la potenza, la solidità e la solidarietà dei corpi dei giovani artisti. In questi esperimenti il patetismo è in agguato. In questo caso, l'onestà intellettuale del collettivo traspare ad ogni movimento e ci restituisce un concentrato emozionale potente con cui confrontarsi.

Marianna Norese

Ultima modifica il Sabato, 01 Novembre 2014 14:47

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