con
Luigi Di Fiore, Francesco Procopio, Fabrizio Sabatucci, Beatrice Gattai
Adattamento e Regia di Sergio Assisi
Musiche originali di Louis Siciliano ALUEI-Edizioni musicali GDM Music
Scenografia Roberto Crea
Costumi e grafica Mirjana Panowsky
Disegno Luci Francesco Adinolfi
Scenotecnica Retroscena srl
Aiuto regia Pino L'Abbate
Foto Marina Alessi
Ufficio stampa Silvia Signorelli
Video backstage Claudia Frittelloni
Distribuzione Gianpiero Mirra
Napoli, Teatro Diana dal 1 febbraio al 12 febbraio 2017
Un mix di umorismo tra napoletano e inglese
Fino al 12 Febbraio al Teatro Diana di Napoli sarà in scena "L'ispettore Drake e il delitto perfetto" commedia di David Tristram riadattata da Sergio Assisi che interpreta il personaggio principale e ne firma anche la regia. Il regista nelle note allo spettacolo ha voluto sottolineare la sua volontà di miscelare lo humor tipicamente inglese con una mescolanza di dialetti che vanno dal napoletano al milanese, passando per il romano, per regalare allo spettatore due ore di piacevole e divertente visione. Va detto però che non sempre le commistioni riescano e questo spettacolo ne è un esempio. Non certo perché non sia gradevole, ma c'è qualcosa che stona! Degli attori non si può dire nulla, sono di buon livello: Sergio Assisi è spassoso, bravi Fabrizio Sabatucci e Beatrice Gattai, un plauso va sicuramente a Luigi di Fiore nei panni del dottor Short, molto maturato dal punto di vista artistico e con una buona presenza scenica, sapendo ben miscelare i tempi e le impostazioni della voce. Ma sicuramente il sergente Plod interpretato da Francesco Procopio è colui che salva lo spettacolo con le sue gag, forse un po' troppe, che regalano tante risate agli spettatori. Sembra però che ci sia una ricerca spasmodica di far ridere a tutti i costi, anche con qualche grossolanità gratuita, durante la narrazione che non manca di trovate intelligenti e colpi di scena, quando magari non ce ne sarebbe stata la necessità. Elemento che contribuisce alla riuscita di uno spettacolo è sicuramente l'ambientazione, come in questo caso, che si presenta classica con un tipico salotto inglese ma con elementi particolari e non di uso comune che hanno impreziosito il tutto.
La storia ruota attorno alla figura del Dott. Short che si rivolge al il sergente Plod per chiedere il suo aiuto per la scomparsa della sua quarta moglie. Questi chiederà il sostegno del migliore sulla piazza ovvero l'ispettore Drake che inizierà una partita a scacchi con il misterioso personaggio fino all'agognato scacco matto. Irromperà poi sulla scena sua figlia Sabrina, anzi due sue figlie Sabrina e quindi, caso nel caso, si dovrà capire chi delle due mente e soprattutto perché! Ci sarebbe da chiedersi perché il regista abbia ritenuto opportuno far recitare un attore nei panni di una delle Sabrine, ma è una curiosità che può anche rimanere tale senza alcuna conseguenza.
Comunque la commedia nel complesso è divertente e le due ore filano lisce, le musiche accompagnano le azioni ed accentuano le sensazioni; ingegnose e simpatiche alcune contaminazioni di metateatro inserite nella rappresentazione come quella dello spettatore che risponde al cellulare, si alza dalla sua postazione e parlando ad alta voce dà consigli ad un suo paziente che ha sbagliato a prendere una dose di medicina, con gli attori sul palco che rimangono spiazzati come gli spettatori, salvo poi scoprire che è tutta una gag quando Assisi/Drake impugna la pistola e ammazza il maleducato spettatore. Una risposta forse dell'attore a questo malcostume. Curiosa concomitanza è che l'altro giorno Toni Servillo ha realmente ripreso uno spettatore che rispondeva al cellulare e mandava sms ripetutamente durante lo spettacolo incassando scroscianti applausi dal pubblico.
Piacevole anche la trovata, all'inizio del secondo tempo, di riprendere la narrazione da dove si era interrotta ma con qualche errore attoriale, naturalmente voluto! Insomma uno spettacolo che vale la pena di vedere anche se alla fine, alzandosi dalla propria postazione, si ha la sensazione che ci si aspettava qualcosa in più.
Simona Buonaura