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MON AMI GILBERT BECAUD - regia Paola Polesso

Mon ami Gilbert Bécaud Mon ami Gilbert Bécaud Regia Paola Polesso

Ideazione, regia e interpretazione di Paola Polesso
Bologna, Alliance Française - Sede, 18 maggio 2007
Cortina D'Ampezzo, "Cortina Estate 2007", Salone dello Splendid Hotel Venezia, 12 agosto 2007
Avellino, Auditorium del Palais Victor Hugo, 19 ottobre 2007, In tournée

Hystrio, N. 3 2007
Quotidiano Nazionale, 31 maggio 2007
Recherche di passioni

Il pianoforte è coperto da un telo e avvolto dal silenzio. La musica è un ricordo. Chi sedeva davanti a quei tasti non è lì, ma nella memoria di chi l'ha conosciuto, ascoltato, amato. Il telo viene scostato, sul ripiano scuro viene posata una cravatta blu a pois bianchi. Quella cravatta. E la musica ritorna, canto che riemerge dall'anima. Omaggio a un amico, indimenticabile chansonnier. 
Siamo sulla scena di “Mon ami Gilbert Bécaud”, affascinante e originalissimo spettacolo, ideato, messo in scena e interpretato da Paola Polesso, in prima nazionale alla Alliance Française di Bologna, prima tappa di una tournée in Italia e Francia. Una messinscena dalla struttura composita dove canto e recitazione, immagini evocate e oggetti scenici si amalgamano in una sorta di viaggio delle suggestioni. In veste di viaggiatrice Paola Polesso compare in scena: ha con sé una piccola valigia, qui voleva arrivare e di qui ripartire. Il suo cammino nei ricordi si snoda davanti a quel pianoforte e a un microfono al centro del palcoscenico. Paola Polesso canta e recita, mentre sullo sfondo dinamicamente appaiono e scompaiono simboli dal forte impatto emotivo, sottolineati dai titoli di celebri melodie, “Quand il est mort le poète”, “Le jour où la pluie viendra”, “Et maintenant”. Gli spettatori seguono, coinvolti, la regista-attrice in questa recherche di passioni.
E' una rappresentazione dalla concezione nuova, in cui si ritrova il segno qualificante  dell'esperienza di Paola Polesso come regista e attrice, e anche il suo rigore di filologa.  E’ un metodo di lavoro, quello della Polesso, contrassegnato al tempo stesso da uno studio rigoroso e dall’immediatezza dell’effetto: a emozionare, a portare in profondità, a sublimare il ricordo personale in poesia da condividere. Lo hanno ben rilevato gli spettatori che a fine spettacolo hanno calorosamente richiamato in scena  la regista-attrice.

P.d’A.

Fra musica e teatro, prima nazionale a Bologna
L'importante sono le rose, e i ricordi: Paola Polesso porta in scena l'amico Bécaud

BOLOGNA La viaggiatrice della memoria porta con sé una piccola valigia. Dentro ha quanto le basta: una cravatta a pois, una rosa, un libro francese, poco altro. Il resto è nei suoi occhi: immagini di tempi lontani. Sta per partire e osserva la scena. C’è un pianoforte sulla destra, coperto da un lenzuolo bianco, al centro un microfono, spento, sull’asta. S’alza un ideale sipario, rosso. E la viaggiatrice comincia a cantare: inizia così il suo cammino alla ricerca, e in compagnia, di un vecchio amico.
«Mon ami Gilbert Bécaud», è lo spettacolo seducente e suggestivo ideato, messo in scena e interpretato da Paola Polesso, in prima nazionale, alla Alliance Française di Bologna, prima tappa di una tournée in Italia e Francia. Un omaggio al celebre chansonnier, scomparso qualche anno fa, e insieme un percorso dell’anima e della memoria, scandito da immagini, suoni, recitazione e canto, gesti-simbolo e oggetti scenici. Dall'insieme di questi elementi nasce uno spettacolo fuori dal comune, dalla costruzione rigorosa e compatta: la regista-attrice coinvolge il suo pubblico, attento e concentrato, in una rievocativa lettura intimista di Bécaud. Celebri canzoni, da «Et maintenant» a «L’important c’est la rose» a «L’absent», vengono reinterpretate con delicata partecipazione dalla Polesso, trasformate a volte in un sussurro, in un lamento: un rito. C’è una sorta di sacralità in tutto questo: nei silenzi con cui gli spettatori ascoltano melodie e passi recitativi e contemporaneamente vengono accompagnati in questo viaggio dallo scorrere di immagini simbolo su di uno schermo alle spalle della protagonista, nella fisicità dell’inteprete, nei suoi gesti sobri e trattenuti, nella scena essenziale, in quegli oggetti che emergono dalla valigia dei ricordi, in una struttura teatrale alla Jerzy Grotowski, il cui Teatro Paola Polesso ha frequentato negli anni passati (accanto alle esperienze fatte con i registi Luca Ronconi e Luigi Squarzina).
Il viaggio nel mondo poetico di Bécaud diventa così un cammino a due: da un lato la figura del celebre chansonnier con l’intensità e la forza delle sue melodie, dall’altro Paola Polesso che, attraverso il ricordo e il canto, rievoca ed esprime anche le proprie emozioni, del passato e del presente, porgendole al pubblico, che a fine spettacolo applaude calorosamente richiamando sul palco la regista-attrice. La piccola valigia è ancora lì, in scena. Dentro verranno riposte la cravatta di Bécaud e la sua rosa. Per altri viaggi.

Paolo Berardengo

Ultima modifica il Venerdì, 11 Ottobre 2013 12:00

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