Musica: Riccardo Cocciante, Libretto: Luc Plamondon, Liriche italiane: Pasquale Panella
Scenografie: Christian Rätz, Costumi: Fred Sathal, Coreografie: Martino Müller, Luci: Alain Lortie, Regia: Gilles Maheu, Produzione: David Zard Media Group
Interpreti: Federica Callori / Alessandra Ferrari (Esmeralda), Lorenzo Campani / Angelo Del Vecchio (Quasimodo), Marco Manca / Vincenzo Nizzardo (Frollo), Emanuele Bernardeschi / Lorenzo Campani (Clopin), Riccardo Maccaferri / Luca Marconi (Gringoire), Oscar Nini / Giacomo Salvietti (Febo), Federica Callori / Serena Rizzetto (Fiordaliso)
Trieste, Palatrieste 25 maggio 2011
Per celebrare il "tempo delle cattedrali" ricordato dal poeta Gringoire (Riccardo Maccaferri / Luca Marconi), il dispiegamento di mezzi si conferma da kolossal, con profusione di interpreti, melodie incalzanti, impianti scenografici imponenti, numeri acrobatici, effetti teatrali di intensa seduzione e fasto. Uno dopo l'altro i personaggi propongono le arie e i brani che fanno procedere senza sosta la "storia di amore e di passione" dove incombono morte e ingiustizia. A livello spettacolare emerge con forza il tema della diversità, dell'emarginazione, incarnato da Quasimodo (Angelo Del Vecchio / Lorenzo Campani), gobbo campanaro destinato a soffrire per il suo sentimento impossibile verso Esmeralda (Federica Callori / Alessandra Ferrari) e dai "clandestini" della Corte dei Miracoli, zingari che vivono per le strade di una Parigi spietata dove conta solo la prevaricazione. Memorabile rimane la scena in cui prende vita la coreografia costruita sull'oscillare di tre immense campane: una composizione dinamica e musicale ardita che fa trattenere il fiato e affattura con la sua bellezza e il suo ritmo. Quasimodo emoziona qui davvero con il suo essere sensibile ma mostruoso (Io suono le campane / I miei amori, le mie amanti / E le vorrei abbracciare / Farle ballare, farle cantare / Se nevica o piove / Se c'è vento o c'è il sole / Io suono le campane / Coi miei tormenti e le mie gioie...).
Un meccanismo spettacolare perfetto che non smette di suscitare applausi e ammirazione.
Elena Pousché