scritto e diretto da Giampiero Rappa
con Valentina Cenni, Giampiero Rappa, Giuseppe Tantillo
regista assistente Alberto Basaluzzo
musiche Stefano Bollani
scenografia Francesco Ghisu
costumi Lucia Mariani
voci registrate Alberto Basaluzzo e Alessandra Schiavoni
foto di scena e grafica Manuela Giusto
Roma, Argot Studio dal 5 al 21 febbraio 2016
Nella baita della solitudine
All'Argot studio di Roma è di scena in questi giorni Nessun luogo è lontano prodotto dall'Argot Produzioni, un testo dai colori intensi che ripercorre il passato di uno scrittore di mezza età deluso dalla vita e ritiratosi in una baita tra le montagne. Un misantropo all'apparenza beffardo che pare crogiolarsi nella sua solitudine coccolato soltanto dal calore scoppiettante di un camino. D'improvviso una donna irrompe a turbare le onde dei pensieri e la sua stessa quiete. E' una giovane giornalista inviata da una redazione locale per un'intervista. lo scrittore Mario Capaldini l'accoglie con freddezza ma lentamente la donna, inizialmente vittima di un sottile imbarazzo, riesce a conquistarlo e a far sciogliere il suo cuore intirizzito dal gelo della solitudine. Tra i due, in un continuo incontrarsi e scontrarsi di parole, i sentimenti vengono alla luce aleggiando tra quei silenti spazi semivuoti. Turbata dal carattere impulsivo dello scrittore, la giovane giornalista, irritata da un inconsueto burbero atteggiamento, fugge via sbattendo la porta per ritornare, spinta da un fremito interiore, il giorno dopo e trovare anche il nipote dell'uomo in profonda crisi depressiva. Giampiero Rappa nel triplice impegno che lo vede autore, regista e interprete riproduce con lucido distacco il carattere del protagonista e ne trasforma i contorni con pacata determinazione. Valentina Cenni, ottima complice di scena, disegna con precisione il carattere della giovane giornalista Anna Vulli. Disinvolto e attento il giovane attore Giuseppe Tantillo nel tradurre lo stato d'animo del ventenne Ronny Gli interventi musicali ideati da Stefano Bollani tesi a sottolineare i toni gravi del contesto sono adeguatissimi. I costumi di Lucia Mariani, ovviamente sobri e la scenografia essenziale di Francesco Ghisu rendono la giusta atmosfera all'insieme. In scena fino al 21 febbraio.
Patrizia Iovine