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ORWELL 1984 - regia Patrice Mincke

"Orwell 1984", regia Patrice Mincke. Foto Zvonock "Orwell 1984", regia Patrice Mincke. Foto Zvonock

Con: Fabian Finkels, Perrine Delers, Julie Dieu,
Beatrix Farrange, Muriel Legrand, Pierre Lognay,
Guy Pion, Eva Debroux
Regia: Patrice Mincke
Coreografia: Johan Clapson
Musiche originali: Laurent Boimier
Theatre du Park, Bruxelles Dal 7 marzo al 12 aprile 2019

www.Sipario.it, 12 marzo 2019

Sembra che dalla elezione di Trump, le riedizioni del capolavoro di Orwell si siano moltiplicate nel mondo. I 'fatti alternativi', di cui Kallianne Conway ha parlato per coprire le menzogne del neoeletto presidente, somigliano troppo alle 'verita' rettificate' di '1984'. Il revival non è soltanto letterario. Negli ultimi tre anni molti teatri nel mondo hanno portato in scena il capolavoro. In Francia (Theatre de Menilmontant), in Germania (teatro UBI di Lipsia), in Inghilterra (Playhouse Theatre di Londra), fino all'Auckland Theatre, in Nuova Zelanda. E a Broadway, all'Hudson Theatre, dove il regista, Robert Icke ideò scene tanto rivoltanti che alcuni spettatori stettero male, altri abbandonarono la sala..... Ora '1984' arriva anche al Theatre du Park di Bruxelles. Che dire dello spettacolo? C'è intanto da lodare il fatto che al Park siano riusciti a vendere a soli 14 euro a biglietto 2 ore di dignitoso spettacolo con tanto di attori (8), di figuranti (6), di musiche e canzoni originali, nonchè una eccellente scenografia in grafica digitale che trasporta gli attori in velocissimi ascensori, il pubblico in città congestionate etc. Certo, ci sono gli sponsors, i sussidi del governo, e ben vengano, gli attori devono pur vivere. Ma sono anche il segno della fiducia delle imprese e delle istituzioni nella vitalità e nella funzione civile del teatro, una fiducia che altrove si va purtroppo assottigliando. Quanto al resto, si tratta di uno spettacolo intenzionalmente 'leggero', rivolto soprattutto a un pubblico di giovani e di studenti che si imbattono forse per la prima volta nell'opera straordinariamente premonitrice di Orwell. Il copione è semplice, senza grandi sfumature. Tutto è ridotto, semplificato. E al posto di Trump ci sono i signori di Internet, che muovono gli attori - che hanno un computer cucito nella casacca e sempre pronto all uso – come marionette. Prendere a bersaglio la manipolazione che viaggia sulla rete, e che trasforma la realtà in evento virtuale, può sembrare un po' scontato. Ma anche le idee scontate, se ben espresse, hanno possono far riflettere e divertire. Soprattutto a teatro.

Attilio Moro

Ultima modifica il Giovedì, 14 Marzo 2019 11:08

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