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OTELLO - regia Emanuele Gamba

"Otello", regia Emanuele Gamba. Foto Alessandro Botticelli "Otello", regia Emanuele Gamba. Foto Alessandro Botticelli

di William Shakespeare
traduzione e adattamento Francesco Niccolini
con Giuseppe Cederna, Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Lucia Socci, Lorenzo Carmagnini, Riccardo Naldini, Elisa Proietti
direzione tecnica Lorenzo Galletti
costumi Susanna Fabbrini
luci Samuele Batistoni
regia Emanuele Gamba
Produzione Arca Azzurra
Noventa Vicentina, teatro Modernissimo, 16 marzo 2025

www.Sipario.it, 17 marzo 2025

E’ curioso, molto ardito e coraggioso l’Otello dell’adattamento di Francesco Niccolini dal Bardo, fedele e con tutte le caratteristiche shakespeariane ma anche ispirato da Che cosa sono le nuvole, episodio di Pier Paolo Pasolini del 1968, tratto dal film Capriccio all’italiana di registi vari. Sia lì che qui, troviamo uno Iago particolarmente e direi anche per qualche aspetto, giocosamente falso, di una perfidia lucida e cinica verso i suoi stessi comprimari, altri attori della compagnia che inscena il dramma di Shakespeare. Attori tra gli attori e teatro nel teatro, quindi, fanno da apripista al testo adattato da Niccolini. Visto nello splendido teatro Modernissimo di Noventa Vicentina, un Liberty storico, nella stagione curata da Arteven e dall’assessorato alla cultura locale, ha ottenuto un gran successo e un calorosa accoglienza da parte del pubblico. Una spregiudicatezza imperante pervade l’intero dramma, con cattiveria spavalda minimalista. In questo allestimento la perfidia, che sembra leggera, e cattiva di Iago, mefistofelico suggeritore di danni a terzi, si sviscera in una commedia soft nella prima parte e in tragedia nella seconda., in questa compagnia che sta inscenando il dramma, dove lui tira le fila e dirige come un vero regista gli altri suoi colleghi. Una doppia introspezione nei personaggi, una lettura plurima del suo godimento, e di altri aspetti dei colleghi, ambizione, furbizia, con qualcuno che inevitabilmente subisce. Perché Iago è il male. Il testo di Shakespeare è fedele e questo è una garanzia sicura, permette allo spettatore di lasciarsi trasportare con una certa sicurezza nel dramma che va a compiersi e che Niccolini adatta e rende ancor più affascinante con la sua ambientazione. Ecco quindi Iago, il suo generale Otello, Moro di Venezia, sebbene ce ne siano stati di più scuri, come vien detto (è pur sempre una recita nella recita, una compagnia nella compagnia, e un teatro nel teatro), la Desdemona che fa girar la testa a più uomini, Roderigo, Cassio e gli altri. Otello, l’ottimo Dimitri Frosali, è il primo a rendersi conto palesemente della propria delusione, un’insoddisfazione che lo pervade in quel ruolo. Attore, uomo e spettatore, si direbbe. Delusione e irritazione, cose che non toccano in nessun modo Iago e il suo Es, un attore sottoposto nel dramma e pronto a tutto e anche di più. E’ l’unico a quanto sembra che non molla il suo personaggio, anzi, avanza e trita. La gelosia viene suggerita, imposta da Iago a Otello, calcandogli la mente. Va dunque, naturalmente, in scena il dramma che coinvolge gli attori-personaggi, chi più chi meno, sovrastati dal destino di essere guidati dal mefistofelico Iago da cui esce il succo della tragedia.  Che sfocia nel più classico e disperato, annichilente ritratto dell’uomo sulla donna, ovvero la violenza per gelosia. Un anticipo dei femminicidi ai quali assistiamo ogni giorno. Iago – Cederna con la sua falsità distruttiva crea un disastro su tutti i fronti. Spavaldo ma falsamente umile, ardito ma quasi sottomesso, all’apparenza, e soprattutto impenetrabile e grande enigma è il personaggio di Giuseppe Cederna, attore magistrale, pienissimo di sfumature e sapienza interpretativa, che offre una grande prova. La sua orchestrazione sugli altri esseri diventa un’arma potentissima, una nullificazione sulle persone-personaggi. Iago ha un suo fine perverso, misterioso, quello di rovinare la festa a tutti quelli che a lui si confidano. Ma questa distruzione lo coinvolgerà, rovinando anche se stesso . Accanto a Cederna una compagnia che fa cerchio completo, dove sono tutti molto bravi, da Elisa Proietti, Bianca, Montano a Giuliana Colzi, ironicissima nel suo Doge, ed Emilia, a Lucia Socci, Desdemona. Ad Andrea Costagli, Lorenzo Carmagnini, Riccardo Naldini, ispirati dalla regia attiva di Emanuele Gamba, dai bellissimi costumi di scena di Susanna Fabbrini. 

Francesco Bettin

Ultima modifica il Venerdì, 21 Marzo 2025 06:03
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