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OTELLO - regia Gianmarco Cesario

“Otello”, regia Gianmarco Cesario “Otello”, regia Gianmarco Cesario

di William Shakespeare
Adattamento e regia: Gianmarco Cesario
Con: Gianni Sallustro, Mario Brancaccio, Peppe Carosella, Simona Esposito, Nicla Tirozzi, Vincenza Granato, Alessandro Cariello,
Tommaso Sepe, Davide Cariello, Paola Carillo, Enrico Annunziata. Ed inoltre: Raffaele Karol Avino,
Nancy Pia De Simone, Noemi Iovino, Pasquale Saviano, Carlo Paolo Sepe, Rosa Vanese, Stefania Vella.
Disegno luci, audio, grafica: Marcello Radano
Elaborazioni musicali: Pasquale Ruocco
Costumi: Costantino Lombardo
Aiuto Regia: Maria Crispo
Assistenti alla Regia: Carlo Paolo Sepe, Noemi Iovino
In scena al Tin Teatro Instabile Napoli fino al 6 gennaio 2025

www.Sipario.it, 2 gennaio 2025

In scena al Tin teatro Instabile Napoli Otello di Shakespeare, nell'adattamento e con la regia di Gianmarco Cesario, con Gianni Sallustro nei panni di Otello e Mario Brancaccio in quelli di Iago.

Si tratta di una tragedia che esplora temi universali e senza tempo; la sua rilevanza aumenta quando la analizziamo alla luce dei problemi sociali contemporanei, come la violenza sulle donne e il patriarcato. Questi temi sono al centro della vicenda, che racconta la discesa di Otello, un generale moro della Repubblica di Venezia, nella gelosia ossessiva alimentata dalle manipolazioni di Iago, il suo sottoposto.

Di certo va sottolineata la violenza psicologica e fisica che subisce Desdemona, donna innamorata e fedele, la cui innocenza è costantemente messa in discussione. L'influenza manipolativa di Iago alimenta la gelosia di Otello, che, nel suo delirio, arriva a vedere Desdemona come una traditrice, nonostante le sue prove di lealtà. La violenza culmina nell'uccisione di Desdemona da parte di Otello, che la strangola, convinto che questa sia la punizione per il suo tradimento immaginario.

In un contesto contemporaneo, il comportamento di Otello può essere visto come una riflessione sulle dinamiche di controllo e possesso che alimentano molte forme di violenza domestica.

Il patriarcato si manifesta nei comportamenti di Otello e di altri personaggi come Cassio, che, nonostante le sue azioni moralmente discutibili, mantiene una posizione di privilegio in quanto uomo. Iago, pur essendo un uomo privo di scrupoli, si serve di queste dinamiche per manipolare Otello e sfruttare le sue insicurezze legate alla sua razza e al suo status sociale. Il suo rancore nei confronti delle donne e dei loro ruoli in una società patriarcale è evidente nel suo atteggiamento verso Desdemona e le altre donne, come Emilia (Simona Esposito), la moglie di Iago, che alla fine, purtroppo, subisce la violenza di suo marito. 

L'opera diventa uno strumento potente per analizzare come ancora oggi molte donne vivano sotto il giogo di aspettative sociali oppressive, della violenza psicologica e del silenzio istituzionale che spesso accompagna i crimini di genere.

L'Otello di Shakespeare è un'opera tragica e dolorosamente rilevante anche ai nostri giorni e Cesario evidenzia tutti i temi principali dell'opera ed il mondo interiore dei personaggi. Se leggiamo Otello oggi, possiamo vedere come i temi del controllo, della gelosia e della violenza sulle donne non siano confinati al passato. Cesario lavora proprio sull’attualità dell’opera giungendo ad un finale, che rimanda ai giorni nostri, di grande impatto emotivo. Dirige, inoltre, tutto il cast con cura estrema rendendo l'opera un canto corale con i giusti 'assolo'.

Gli attori funzionano molto bene: su tutti Gianni Sallustro che fa vivere allo spettatore tutti i tormenti, i cambiamenti, i dubbi di Otello, Mario Brancaccio perfido e manipolatore Iago e la convincente Vincenza Granato nei panni di Desdemona. In generale tutto il cast gira nel modo giusto garantendo un ottimo risultato corale. Con Sallustro e Brancaccio, sono in scena Peppe Carosella, Simona Esposito, Nicla Tirozzi, Vincenza Granato, Alessandro Cariello, Tommaso Sepe, Davide Cariello, Paola Carillo, Enrico Annunziata. Ed inoltre: Raffaele Karol Avino, Nancy Pia De Simone, Noemi Iovino, Pasquale Saviano, Carlo Paolo Sepe, Rosa Vanese, Stefania Vella.

Il messaggio dell'opera è universale: è necessario lottare contro la cultura della violenza e promuovere il rispetto, l'uguaglianza e l'autonomia di tutti, indipendentemente dal genere.

Roberta D’Agostino

Ultima modifica il Lunedì, 13 Gennaio 2025 21:21
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