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PROFUMO DI DONNA - regia Massimo Venturiello

da sinistra Irma Ciaramella, Sara Scotto Di Luzio, Massimo Venturiello, Andrea Monno, Franco Silvestri in "Profumo di donna", regia Massimo Venturiello da sinistra Irma Ciaramella, Sara Scotto Di Luzio, Massimo Venturiello, Andrea Monno, Franco Silvestri in "Profumo di donna", regia Massimo Venturiello

dal romanzo Il buio e il miele di Giovanni Arpino,

adattamento Pino Tierno
regia Massimo Venturiello
musiche Germano Mazzocchetti
scene e costumi Alessandro Chiti, Sabrina Chiocchio
con Massimo Venturiello
e con (in ordine alfabetico)
Irma Ciaramella, Camillo Grassi, Andrea Monno
Claudia Portale, Sara Scotto Di Luzio, Franco Silvestri
la voce dei brani cantati è di Tosca
produzione Società per Attori

Teatro Verga di Catania dal 31 marzo al 9 aprile 2017

www.Sipario.it, 7 aprile 2017

Annusa il Profumo di donna a lunghe distanze, percepisce il tipo di abito che indossa compreso ciò che ha sotto e avverte pure la marca di profumo che sprigiona dalla sua pelle, nonostante sia cieco per un'esplosione accidentale che gli ha offeso pure un braccio e porti un guanto nero sulla mano sinistra. Lui è il capitano Fausto Consolo che Massimo Venturiello, pure regista dello spettacolo messo in scena al Verga di Catania, tratto dal romanzo Il buio e il miele (1969) di Giovanni Arpino, veste con innata misoginia mista a gagliardia e virilità, sfoderando una vasta cultura non solo verso il sesso femminile ma in tanti settori del sapere, accostandosi per bravura a due strepitosi attori come Vittorio Gassman e Al Pacino protagonisti di due differenti film ispirati a quel romanzo: il primo con la regia di Dino Risi nel 1974 e il secondo, Scent of a woman, nel 1992, diretto da Martin Brest. Cinico, scorbutico, elegante nel vestire, grande bevitore di whisky invecchiato, il capitano decide di recarsi a Napoli dall'amico Vincenzo (Franco Silvestri), anch'egli non vedente, facendosi accompagnare nel viaggio dalla giovane recluta Giovanni Bertazzi, appellato solo Ciccio quello di Andrea Monno, soldato in permesso premio un po' timido un po' imbranato. Il quale pur ricevendo vari improperi dal suo superiore, apprende in una settimana ciò che avrebbe potuto imparare in un corso di laurea di vita vissuta. Comprendendo già i primi rudimenti allorquando i due partendo in treno da Torino si fermano a Genova e in un bar, con un cameriere lento ad arrivare (Camillo Grassi), incontrano una prostituta (Claudia Portale) di cui il capitano, manco a dirlo, ne percepisce odori e sapori, passando con lei alcune ore e ripagandola poi generosamente. La seconda tappa del viaggio è Roma, dove Fausto parla con il cugino prete Carlo (lo stesso Grassi) della sua condizione fisica e dell'importanza d'essere sempre in forma. Intanto Ciccio si sente al cellulare con la sua fidanzatina Maria Pia, definita all'istante da Fausto una santa di quart'ordine che se la sta spassando bellamente in sua assenza. Giunti in un locale il capitano si prenderà beffa d'un avventore che non ama bere, sfoderando subito dopo doti di provetto danzatore ballando con una sconosciuta un appassionato tango. Infine i due giungono a Napoli dove l'atmosfera in casa dell'amico Vincenzo è affettuosa e briosa con suoni di tarantella che accompagnano il pranzo preparato dalla moglie Celeste (Irma Ciaramella, all'inizio pure la rigorosa zia del capitano) e dove c'è la giovane Sara (Sara Scotto Di Luzio) che corteggia colui che crede d'essere solo l'undici di picche, insistendo la ragazza a voler prendersi cura di Fausto, quasi infastidito dalle sue attenzioni. Ma dopo che i due amici ciechi tenteranno maldestramente di suicidarsi con le proprie pistole d'ordinanza, la paura impedirà loro di riuscire nell'intento e solo allora Fausto capirà che non può rifiutare l'aiuto e le attenzioni di Sara. Uno spettacolo più vicino al film con Gassman e più distante da quello con Al Pacino dove il soldatino - come si ricorderà - era lo studente Charlie d'un college del New England coinvolto in uno scherzo ai danni del preside e che rischiava d'essere espulso se non avesse rivelato i nomi dei colpevoli, con il memorabile intervento di Al Pacino nel finale che, quasi come un padre, accusa quella scuola di preparare leader disonesti se la strada è solo quella di fare la spia. L'adattamento dello spettacolo, a maglie larghe nel finale era di Pino Tierno, le scene lineari e semoventi a creare vari ambienti di Alessandro Chiti e Sabrina Chiocchio (loro pure i costumi), le musiche di Germano Mazzocchetti, mentre la voce dei brani cantati era di Tosca.

Gigi Giacobbe

Ultima modifica il Martedì, 11 Aprile 2017 09:00

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