Con: Francesca Reggiani
Recital scritto da: Valter Lupo, Francesca Reggiani, Gianluca Giugliarelli
Regia di: Valter Lupo
Produzione: ITS Italia Spettacoli
Trieste, Teatro Orazio Bobbio 3 dicembre 2010
Impietose, brucianti, le battute che spara a raffica Francesca Reggiani non risparmiano nessun argomento di attualità. S'impongono su un palcoscenico completamente nudo con la forza dell'ironia sarcastica, sferzano temi e tipi umani con il gioco dell'antifrasi, denunciano situazioni e fatti evidenti della nostra realtà italiana con oggettività chirurgica. E soprattutto non lasciano tregua allo spettatore, costretto a riflettere e a ridere a denti stretti. L'ultimo recital dell'attrice romana di adozione s'intitola "Quello che le donne (non) dicono", è scritto da lei stessa assieme a Valter Lupo e Gianluca Giugliarelli, curatore anche della regia, e regala momenti davvero spassosi.
L'attrice comica, che ha raggiunto la popolarità soprattutto con la televisione, non sfrutta tanto le proprie abilità di imitatrice quanto quelle dell'argomentazione e dell'intelligente facondia, tutte velate sempre da una sfumatura di esilarante cinismo. Certo accenna velocemente, anche ricorrendo a brevi video, al ministro della Pubblica Istruzione e del "buon senso" Gelmini, a Maria De Filippi, gracchiante paladina della tv spazzatura, alle rampanti première dames della politica Tulliani e Bruni colte in un faccia a faccia spiazzante, allo psichiatria mediatico Vittorino Andreoli, ma è trattando, per esempio, del rapporto ormai identitario tra politica e spettacolo ("letterine, veline, troniste e ministre sono ragazze che hanno amato molto in tutti i sensi..."; "viviamo ormai in una repubblica fondata su due camere e un salotto televisivo") che la Reggiani conquista il pubblico. O quando parla dei mariti e delle mogli di oggi, quasi tutti ormai destinati a diventare degli ex, separati, scoppiati, "dislettici" ("con due letti"), anche in tarda età grazie all'arrivo in Italia delle badanti dell'est, donne pronte a qualsiasi conquista perché temprate dal clima gelido del paese di provenienza... Il tutto visto con un occhio femminile pieno di disincanto, gelido e fatalista, più affilato di un bisturi.
Molti applausi e apprezzamenti.
Elena Pousché