Donne, Surrealismo e passione
recital in spagnolo e italiano di Rossy de Palma
in collaborazione con 'Istituto Cervantes'
con Rossy de Palma
Milano, Piccolo Teatro Grassi dal 17 al 22 marzo 2015
Fin dal titolo si avverte il desiderio di comunicare in modo originale e speciale il suo essere persona, anzi donna unica, particolare e insolita (come in verità lo è ciascuna di noi) anche se Rossy de Palma (Rosa Elena Garca Echave, Palma di Maiorca 1964), attrice e modella, ha man mano acquisito una personalità decisa e sensualmente imperativa in virtù di un lungo apprendistato di conoscenza e accettazione di sé grazie a un'intelligente sensibilità regalatale da madre natura e all'incontro diretto e indiretto con grandi personalità dell'arte e della cultura.
L'essere nata con tratti fisiognomici molto caratterizzanti, quali tra gli altri un naso non da modella ideale, le ha certamente determinato problematiche più per le reazioni altrui che per l'essersi creata da sé un complesso: ciò non toglie che avrà avuto i suoi problemini per una sorta d'insipienza dovuta a mancanza di civiltà e di rispetto tipica di molte società (per esempio stupisce sempre come in Svizzera nessuno degni di uno sguardo chi indossa abiti fantasiosi o abbia capelli tinti nei colori più strani). Lungi dal crogiolarsi nell'avvilimento o nei complessi, Rossy ha avuto la capacità di trasformare in positivo le irregolarità somatiche facendole divenire a tal punto tratti artistici di pregio così come lo sono quelli dipinti da Picasso da essere definita "dama Picasso". Si può anzi affermare che è diventata una donna affascinante, seducente e incantevole dagli occhi simpaticamente ammalianti e ammiccanti.
Ha compiuto, dunque, una vera 'resilienza', termine non comune di ambito psicologico a indicare la capacità di affrontare in modo positivo contrarietà, dolori e traumi riorganizzando la propria esistenza senza perdere le qualità umane, anzi mettendole in luce ed esaltandole, nel caso della Nostra trasformando addirittura il negativo in positivo se non in successo: ecco un caso probante del valore terapeutico della cultura.
Se si aggiungono le fortunate circostanze dell'incontro con il regista Pedro Almodóvar (Calzada De Calatrava 1949) - icona del cinema spagnolo e internazionale dalla fine degli anni '80 - di cui è divenuta diva preferita e di approfondimenti sui protagonisti più famosi dell'arte spagnola più recente, si può comprendere come sia arrivata ad acquisire una sicurezza di sé che nel raffinato spettacolo si trasforma in stravagante, divertente e ironica provocazione per stupire, adescare e sedurre.
Se nel recital costruito dalla stessa Rossy sono evidenti fantasiosi ed estrosi giochi di assimilazione del suo viso alle opere di Salvator Dalí e di Picasso, richiami a vari movimenti artistici e un suggestivo utilizzo dei versi di Federico García Lorca, traspare in tutto il lavoro lo spirito baroccheggiante e caliente dell'animo spagnolo tanto che in alcuni momenti ci si è trovati a pensare per contrasto a Magritte e al suo surreale più rigoroso e meno inquietante.
Uno spettacolo fantasmagorico - da vedere e non da raccontare - cui abbandonarsi cavalcando l'onda di un amore, apparentemente irrazionale, per la vita senza muovere troppo il timone della razionalità.
Wanda Castelnuovo