di Francisco Nortes
Regia: Rosario Lisma
Aiuto regista Silvia Ponzo
Assistente alla regia Rebecca Righetti
Traduzione del testo: Piero Pasqua
Scene: Laura Benzi
Assistente alla scena: Sara Stachezzini
Costumi: Sandra Cardini
Assistente ai costumi: Thiago Marconde
Interpreti: Nino Formicola, Roberto Ciufoli, Sarah Biacchi, Alessandra Frabetti, Daniele Marmi
Light Designer: Francesco Bàrbera
Foto: Tommaso Le Pera
Grafica: David Qwisgaard
Distribuzione: Stefano Pironti e Lia Zinno
Produzione in collaborazione con PipamarLa Bilancia Soc. Coop.
Borgio Verezzi, Piazza S. Agostino, 8, 9 e 10 luglio 2022
La LVI edizione del Festival Teatrale di Borgio Verezzi, diretto artisticamente da Stefano Delfino, quest’anno proporrà nelle ventiquattro sere della sua durata, dal 8 luglio al 16 agosto, quattordici spettacoli, di cui undici in prima nazionale.
L’edizione di quest’anno, dedicata alla pace nel mondo, offrirà come sempre al pubblico testi di autori italiani e stranieri.
La prima nazionale de Il sequestro, copione ancora inedito in Italia, è opera di un giovane e valente attore cinematografico, televisivo e teatrale, nonché apprezzato drammaturgo, nato a Elda in Spagna nel 1976, noto nel suo paese tra l’altro per il personaggio di padre Alejandro interpretato dal 2009 ad oggi nella popolare serie televisiva comica, La que se avecina (Quello che ci aspetta). Il debutto teatrale di questo attore è avvenuto nel 2014 con la commedia nera L’estinzione dei dinosauri, caratterizzato da sfumature che risentono della conoscenza profonda dell’opera del regista e sceneggiatore spagnolo Luis Garcia (1921-2019), come comprovano gli spunti satirici, l’amaro e corrosivo umorismo e l’inclinazione a soluzione grottesche e paradossali che pervadono i testi di Nortes. La pièce allestita a Borgio Verezzi ha debuttato in Spagna nel 2016 ottenendo una positiva recensione sull’autorevole quotidiano iberico “El mundo”, in data 22 agosto 2016. Successivamente è stata allestita, ogni volta con successo in varie nazioni: Argentina, Polonia, Messico e Uruguay col titolo originale El rapimento.
Molto spigliato, agile e svelto il testo di Nortes nell’ora e venticinque minuti della sua durata, ha visto come interprete nel ruolo di Paolo, il sequestratore, Nino Formicola, per anni noto come Gaspare nel duo Zuzzurro e Gaspare accanto al compianto cognato Andrea Brambilla. Con lui hanno recitato l’apprezzato attore, doppiatore, commediografo e regista Roberto Ciufoli, nella parte del cognato del sequestratore Mauro e Sarah Biacchi in quella della di lui sorella Monica; Daniele Marmi e Alessandra Frabetti sono stati molto bravi a rendere con leggerezza i ruoli del sequestrato Angelo Cecconi e di sua madre la Ministra. I personaggi sulla scena non hanno un attimo di requie: non solo corrono in maniera frenetica da una situazione all’altra, ma vengono anche sottoposti ad una sorta di ginnastica delle emozioni che li fa passare di continuo dalla desolazione, alle scelte irrazionali per giungere al sollievo finale.
Il testo interpretato in maniera convincente da questo singolare quintetto, può essere così riassunto: esiste il fondato pericolo che il mercato rionale venga definitivamente chiuso per far costruire al suo posto un centro commerciale. Per opporsi alle speculazioni edilizie che rovinerebbero ventotto famiglie che vi lavorano, fra cui la sua, Paolo decide di sequestrare Angelo, figlio della ministra che sta per apporre la sua firma sul decreto. Paolo però non ha fatto i conti con l’intraprendenza della vulcanica sorella Monica e con l’ingenua sventatezza del cognato Mauro che assicurano una continua serie di esilaranti equivoci e divertenti fraintendimenti. Se la Ministra è una cinica farabutta, suo figlio si rivelerà peggio di lei, come scopriranno con sorpresa gli sgangherati protagonisti di questa solida macchina teatrale. Proprio questo fatto contribuisce a coinvolgere lo spettatore con ironia e senza mai cadere nella volgarità, affrontando i temi tutt’altro che divertenti del potere, della burocrazia, della corruzione e del lavoro che manca. In alcune sintetiche note di regia, Rosario Lisma, autore, attore e regista, classe 1975, scrive di essere rimasto colpito fin dalla prima lettura dal meccanismo comico preciso come un orologio, che costituisce il tratto caratterizzante di questo testo agro-dolce. In effetti si parla di due temi: il dolore e la frustrazione che tante volte subisce la classe lavoratrice della nostra società capitalistica, sazia e distratta. La pièce è una farsa esilarante e divertente, sottolinea il regista in alcune note di regia, che trasforma il vaudeville in una severa denuncia ispirata dalle opere del commediografo francese Georges Feydeau e da quelle del regista e sceneggiatore spagnolo Pedro Almodovar. Il testo presenta anche interessanti spunti ripresi dalla filmografia dell’inglese Ken Loach, grazie alla mescolanza continua e funzionale, di alto e basso, luce e buio, divertimento e indignazione. In questo testo esilarante e molto piacevole il potere politico ed economico tende a scartare gli eroi, buffi e imprevedibili, considerandoli come inesistenti. Tuttavia saranno proprio questi personaggi che sembravano inesorabilmente destinati alla sconfitta ma che nel finale sapranno attivare una ribellione disperata che li farà vincere, facendo trionfare la loro dignità. I numerosi spettatori presenti hanno apprezzato le felici interpretazioni di tutti gli attori, la regia sicura di Rosario Lisma, le scenografie firmate da Laura Benzi e i costumi disegnati da Sandra Cardini, come comprovano le grandi risate e i frequenti applausi a scena aperta dall’inizio alla fine.
Roberto Trovato