di: Luigi Lunari
con: Denis Fontanari, Christian Renzicchi, Emanuele Cerra, Marta Marchi
scene: Lorenzo Zanghielli
luci: Iacopo Candela
regia: Alberto Giusta
Produzione: AriaTeatro Compagnia Teatrale e Compagnia Evoè! Teatro
Visto a Parma, Teatro del Cerchio, 23 novembre 2024
A Parma, al Teatro del Cerchio, divertimento e suspense con “Tre sull’altalena” Funziona ancora meravigliosamente. Un meccanismo perfetto. Il testo teatrale di Luigi Lunari “Tre sull’altalena” riesce ancora a inquietare e a far ridere tra ricorrenti dubbi metafisici in un’agile struttura alla vaudeville, merito naturalmente anche degli interpreti, ben affiatati, e una regia sciolta, spigliata, con un’ambientazione apparentemente realista (una sala d’attesa? la hall di un albergo?) che può però essere anche altro, una sorta di trappola da cui non si può uscire. Come mai? Il turbamento è naturalmente proporzionato alla persona, caratteri che si rivelano via via, sempre tra scoppiettante comicità e suspense. Perché è inquietante pensare di essere morti aspettando di sapere quale vita (si fa per dire) ti aspetti nell’eternità. Si possono trovare tracce di Ionesco ma anche di Feydou tra paradossi ed equivoci, teatro dell’assurdo e sorprese da varietà. Una piacevolissima serata al Teatro del Cerchio, il nuovo spazio realizzato dalla stessa compagnia, bello, efficiente, che tutti gli attori alla fine lodano con gioia per la funzionalità di ogni aspetto, dai camerini alle modalità di scarico delle scenografie. E anche il pubblico si trova bene, partecipa numeroso, in un’atmosfera accogliente, con la platea a gradinata che favorisce un’ottima visibilità. E con “Tre sull’altalena”, una metafora naturalmente a indicare il continuo ondeggiare tra un’ipotesi e l’altra, paura e sicurezze (vere o solo apparenti?), si creano onde di risate restando sempre viva la curiosità per quanto sta accadendo, a tratti con battute alla Woody Allen, passando da altezze filosofiche a insignificanti questioni quotidiane. Ci sono un Capitano dei servizi segreti che doveva incontrarsi alla Infomac per del riciclaggio di materiale bellico, un Commendatore che era lì per un appuntamento galante (si dice ancora così?) supponendo che quella fosse una pensione, e un Professore che era arrivato in quel posto per ritirare delle bozze di stampa di un suo libro, un giallo psicologico, così spiega. Ma: dove sono? Ci sono tre porte, ma alla fine si finisce per tornare in quello spazio indefinito, una situazione claustrofobica dove in fondo non succede nulla. Una perfetta condizione teatrale! Forse qualcuno di loro ha sbagliato indirizzo? A turno controllano - ma eccoli poi ancora tutti insieme a interrogarsi tra loro sulla situazione - e perché ci sia lì una guida telefonica di Singapore e una Bibbia! E c’è il rischio di restare bloccati definitivamente: manca poco all’allarme, l’esercitazione per l’inquinamento. Si cita Pirandello: non c’è un’unica verità! Il mistero s’infittisce: come mai non si sente alcun rumore? E nel frigobar ciascuno trova quello che desidera - compresa una cioccolata calda! - e che gli altri non avevano visto. Magia? Da parte di chi? Le sirene! Dovranno stare lì tutta la notte! Il Professore trova modo di fare una lezione di grammatica, il Capitano un bel pediluvio, mentre il Commendatore è sempre più turbato - e irritato, scatta a ogni frase così spaventosamente banale. Come “Dalla vita nessuno esce vivo”, detta dallo stesso che confonde Sherazade e Zarathustra, e non fa che parlare di morte. Ma non mancano le riflessioni esistenziali, magari a partire da una barzelletta. Il Commendatore a un certo punto esplode: e se loro tre fossero morti, in attesa del giudizio? Ecco che quando arriva la donna delle pulizie, le sue parole assumano strani significati…Ma poi, poi, come finisce? Valeria Ottolenghi
Intelligente, spiritoso, il testo di Lunari, bravi gli interpreti