"Progetto Parola Pasolini – teatro danza"
coreografie e regia: Sarah Lanza
scene e costumi: Giulia Drogo
collaborazione artistica: Simone Corso
con: Patrizia Ajello, Luca D'Arrigo, Alessio Bonifacio, Massimo Bonanno,
Veronica Capodici, Ilaria Tartaglia, Antonio Vitarelli, Michele Falica
Una produzione: compagnia DAF-Teatro dell'Esatta Fantasia
Terra che non sa ideato e diretto con successo dalla coreografa Sarah Lanza, nella Sala Laudamo di Messina, è la seconda tranche del Progetto Parola Pasolini prodotto dalla Compagnia DAF, quale omaggio a Pier Paolo Pasolini nel quarantennale della sua morte. Un modo per ripercorrere sotto forma di teatro-danza alcune opere di questo nostro grande artista, diventato scomodo per l'establishment politico-culturale del nostro paese. Al centro della scena di Giulia Drogo (suoi pure i costumi) c'è una mega clessidra in plastica traslucida, non così bella invero come quella in plexiglas dei Giorni felici beckettiani secondo Missiroli all'interno della quale stazionava Adriana Asti nei panni di Winnie. La cosa curiosa è che all'inizio dello spettacolo scendono giù i granelli di sabbia, poi questa lenta cascatella si ferma come se il tempo non ha più senso e come se ciò che conta sono quei due gruppetti di danzatori, quattro a sinistra con i visi di cenere e i costumi in grigio, due a destra agghindati con colori bordeaux, capeggiati da due distinti corifei che hanno impresso sulle loro magliette nere la sagoma del viso di Pasolini. Intenti a narrare con le espressioni del viso e i movimenti dei loro arti, alcune volte in sincrono, volanti e sognanti schegge della filmografia di Pasolini, quasi idealmente a ricongiungersi col precedente spettacolo Vento da Sud Est di Angelo Campolo, di cui abbiamo già riferito su questo sito e che pone al centro la famiglia Banks che accoglie in casa propria degli extracomunitari di colore. Gli otto giovani protagonisti (Patrizia Ajello, Massimo Bonanno, Alessio Bonifacio, Veronica Capodici, Luca D'Arrigo, Michele Falica, Ilaria Tartaglia, Antonio Vitarelli) approdano in una terra che non sa niente delle sofferenze che possono patire tutte quelle popolazioni del Nord Africa. Essere umani, direbbe Shylock del Mercante di Venezia shakespeariano, che amano, ridono, soffrono e piangono come noi, pregni dei nostri stessi sentimenti e la stessa voglia di vivere, amare e lottare. Nelle vitali, corporali, energiche e pure poetiche coreografie di Sarah Lanza sono tanti i film di Pasolini che si riconoscono: i duelli col coltello di Accattone con Franco Citti, (scomparso da alcuni giorni); zanzare fastidiose nei giorni assolati di Mamma Roma o quel gioiellino che è La ricotta, tratto da Ro.Go.Pa.G., in cui il sottoproletario Stracci fa il buon ladrone in un film sulla Passione, ma durante una pausa s'ingozza di cibo, fino a morire d'indigestione sulla croce e via via tanti altri, resi evidenti con molta espressività da tutto l'ensemble, accompagnato da musiche scelte con molta oculatezza, oscillanti tra Mozart e Bach, con puntate a quelle ambientali di Brian Eno e in chiusura pure una canzone di De Gregori (L'infinito).
Gigi Giacobbe